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Corriere Della Sera

I nuovi contadini? Banche e assicurazioni … Dalle Generali al Monte dei Paschi: quando la finanza ha il “pollice verde”. La svolta. Gli investimenti nelle attività rurali affiancano le attività tradizionali… Mangiare ottima carne Chianina, bere un pluri-premiato SuperTuscan, condire insalata con pregiatissimo olio d’oliva. Tutti rigorosamente prodotti da... società finanziarie. O meglio, banche e assicurazioni dal pollice verde, che hanno investito in aziende agricole. E in Italia non sono poche. Tra queste, la prima è stata Generali, che nel 1850 ha acquistato un terreno alle foci del Livenza, in Veneto.

L’iniziativa, nata per motivi sociali per bonificare un’area paludosa e malarica, negli anni è stata trasformata in un’attività redditizia: Ca’Corniani ha 1.700 ettari tra frutta, vite, grano, barbabietola, soia e un allevamento di orate e branzini. Degli anni Sessanta la nascita di una vera e propria società, Genagricola, oggi diventata un colosso. “Attualmente abbiamo 26 aziende dalla Calabria al Piemonte” - dice il cavalier Giuseppe Perissinotto, memoria storica di Genagricola, che dirige dal 1948 -. E gli investimenti proseguono. “Da 4-5 anni siamo presenti anche in Romania e ci stiamo interessando a un investimento in Bulgaria. I prezzi dei terreni sono molto bassi, ma i nostri investimenti non sono speculativi, acquistiamo per produrre”.

E il ritorno economico gli dà ragione. “Abbiamo una redditività di circa il 2% del capitale investito, la rivalutazione del capitale è di circa il 3,5-4%, scontata la svalutazione monetaria. Complessivamente viaggiamo verso il 4,5-5%: un ritorno di investimento discreto, che sta alla pari con gli altri classici finanziari”. Le ragioni dell’investimento in agricoltura non sono soltanto industriali ed economiche. “Gestire aziende agricole ci dà l’opportunità di rimanere in contatto con il mondo dell’agricoltura e capirne le esigenze assicurative”. Altra società finanziaria big nell’agricoltura è Fondiaria Sai, che dal 1978 nei 5 mila ettari di Sai Agricola produce vino, riso, olio d’oliva e prodotti tipici. Dal Vino Nobile di Montepulciano della Fattoria del Cerro, al Brunello di Montalcino de La Poderina, al Sagrantino di Montefalco di Còlpetrone, in Umbria, ai risi della Cascina Veneria nel Vercellese, agli oli extra-vergine di oliva Dop Terre di Siena di Fattoria del Cerro e Colli del Trasimeno della Tenuta di Montecorona. Una parte importante della storia vinicola italiana l’ha avuta Ras, che con i vini prodotti da San Felice nel Chianti Classico ha anticipato alcuni passaggi-chiave della recente viticoltura toscana.

Un esempio su tutti, la nascita nel 1968 del Vigorello, il primo dei cosiddetti “SuperTuscan”. Oggi Ras è diventata Allianz, che oltre al vino ha anche allevamenti di carne Chianina. Stessi prodotti per il Monte dei Paschi di Siena, che attraverso Mps Tenimenti ha una proprietà di 850 ettari nel Chianti a Castelnuovo Berardenga, con produzione di vino, grano duro, orzo e carne Chianina. A Marinella, in provincia di La Spezia, il gruppo bancario toscano ha 700 mucche da latte. E fino al 30 giugno possedeva l’azienda viti-vinicola Fontanafredda: acquistata nel 1932 per un milione e 300 mila lire, è stata rivenduta per 90 milioni di euro.

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