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Corriere Della Sera

L’elogio del contadino slow ... Aperta a Torino la settima edizione del Salone Internazionale del Gusto... Il mondo salvato dai contadini. Ci aveva sempre creduto, Carlin Petrini, guru di Slow Food - predicatore del buono, giusto e pulito - ma adesso è venuto davvero il suo momento. Ora che la crisi finanziaria ha mandato in tilt il benessere virtuale, salgono le azioni legate alla terra. E lui guarda la platea, esortando: “I manager vadano a imparare dai contadini”. È l’ouverture della settima edizione del Salone Internazionale del Gusto, kermesse enogastronomica, in origine, quando lo slow delle trattorie veniva opposto al fast dei McDonald’s. Concetto riduttivo, oggi. I temi, nel tempo, si sono allargati e con l’evento di Terra Madre (dal 2004), il salto di qualità ha toccato l’economia mondiale, rappresentata dalle comunità del cibo.

Giovedì, se ne contavano 1.632, provenienti da 153 Paesi: agricoltori, pastori, pescatori, allevatori, artigiani. Protagonisti della rinascita. Utopia? Sembrava così. Ora non più. Sul palco, accanto a Petrini (tendenza Pd, ma ecumenico e pragmatico), ecco Luca Zaia, leghista, titolare del dicastero delle Politiche agricole. Che si definisce “il ministro contadino”. Beh, allora è fatta. Zaia arriva al Lingotto con una sorpresa: la signora Francesca Baracchini, 79 anni, l’ultima mondina. Simbolo di un lavoro antico, faticoso, corale. Insomma, Francesca diventa, sul campo, la madrina del Salone. Con l’imprimatur di Carlin: “Lei è Terra madre”. Il ministro: “Francesca rappresenta i contadini, l’unica multinazionale che difendiamo”. Scorrono, dunque, le cifre e i giudizi sulla débacle della finanza. “È pazzesco pensare che i Paesi ricchi non siano riusciti a trovare 30 miliardi l’anno da dare alla Fao per abbattere il 50% della fame mondiale; invece, in due settimane si sono bruciati 2.000 miliardi di dollari per rifinanziare le banche”, osserva il fondatore di Slow Food. Zaia aggiunge: “La Fao ci ricorda che 3 miliardi di persone soffrono la fame e, ogni anno, 3 milioni muoiono di fame. Bisogna cambiare il modo di pensare, e le nostre abitudini”. Poi, lancia i “last minute market”, ovvero l’incontro tra consumatori e produttori: qualità, filiera corta, spesa oculata.
Musica per le orecchie di Petrini. Che alza il tiro: “Siamo alla terza rivoluzione industriale, nel segno della terra, della sostenibilità, delle energie pulite e rinnovabili”. Quest’anno, il Salone del Gusto - che si presenta con un look più spartano rispetto alle edizioni precedenti - ha imboccato la strada dell’impatto zero. Il 50 per cento dei rifiuti prodotti, infatti, sarà riciclato. E mentre la macchina del Lingotto va (degustazioni e dibattiti fino a lunedì 27), al Palasport Olimpico si apre l’evento di Terra Madre: le comunità del cibo (e non solo), schierate, con i loro variopinti costumi, rinnovano l’immagine plastica del “Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo. Il video proietta il messaggio letto dal principe Carlo d’Inghilterra (“mi dispiace di non essere lì con voi mentre imparate gli uni dagli altri come produrre in modo migliore”), introdotto da Alice Waters, vice presidente di Slow Food; nel parterre, spuntano i politici (Fassino, D’Alema, Cofferati, il sindaco di Roma, Alemanno, grande fan di Petrini), i diplomatici (c’è il console generale degli Usa), gli imprenditori. Ma quando arrivano Adriano Celentano e la moglie Claudia, scortati dal regista Ermanno Olmi e da Milly Moratti, siamo al clou. L’abbraccio tra Carlin (“Adriano, questa è casa tua”) e il molleggiato (“la figura del contadino è centrale per superare la crisi”) suggellano il trionfo, anche mediatico.

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