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Corriere Della Sera

La dieta di Zaia: sì a kiwi e zampone, no al basmati ... Würstel o zampone? “Soppressa veneta Igp”, risponde, malizioso, il ministro Zala. “Ma va benissimo anche lo zampone si corregge -. Nel menù di Capodanno, a casa mia, c’è anche il suino di Modena con le lenticchie. E altre cose buone. Italiane. Inteso?”. Da quando l’intrepido leghista di governo, ormai competitor del collega Brunetta nell’indice di popolarità, ha dichiarato guerra all’ananas - con successo, garantisce - il tormentone non lo abbandona più: solo prodotti nostrani, nient’altro che prodotti nostrani.
“Una provocazione - puntualizza -. Non fatemi passare per un protezionista ottuso. Non le pare assurdo, però, che il Paese delle eccellenze, il Paese che vanta 4500 prodotti tipici censiti nell’Atlante nazionale, debba essere infestato da cibi stranieri? No grazie, non ci sto”. Allora, via con la classifica, semiseria, dei cibi bocciati e promossi, secondo il personale metro di Luca Zaia. Del resto, nessuno, tra gli amici che festeggeranno nella dimora del ministro e della moglie, a Bibano di Godega di Sant’Urbano (Treviso), si permetterà di contribuire al cenone di stasera, portando materie prime e vivande di nazionalità estera. Sulla tavola, in ordine di preferenza, ci saranno piatti veneti e, quindi, italiani. “Cominciando da Treviso - scherza Zaia - patria del radicchio, prima verdura europea ad ottenere il marchio Igp. Correva l’anno 1996”. Poi, spiega che anche il tiramisù (“pessimamente imitato in tutto il mondo”) fu inventato nel capoluogo della Marca. Andiamo avanti, preferenze ittiche? “Viva lo sgombro dei nostri mari, abbasso il pangasio”. Pangasio? “E un pesce che assomiglia alla sogliola e arriva dal Vietnam”, chiarisce.
E un buon risottino come lo facciamo? “Niente basmati o diavolerie del genere risponde Vialone nano e carnaroli. a presente Riso amaro ?”. Digressione obbligatoria: il ministro Zaia è il talent scout di Francesca, l’ultima mondina (“quarantatrè anni nell’acqua delle risaie”); fatto sta l’ha fatta debuttare come una star al Salone del Gusto di Torino, lasciando con un palmo di naso il guru di Slow Food, Carlin Petrini. Passando alla voce “carne”, va da sé che il pregiato angus beef finisce sulla lista nera, mentre si esaltano la chianina e la razza piemontese.
I formaggi? Sberleffi agli svizzeri, agli olandesi, applausi al parmigiano reggiano e al grana padano. Sulla frutta, lo Zaia-pensiero è noto: vade retro ananas, avanti mele del Trentino, arance e mandarini del Sud. E kiwi. “Frutto non originario - osserva - ma l’Italia, oggi, è al primo posto della produzione mondiale”. Sul panettone (“uova e burro dei nostri contadini”) e sul brindisi, non si discute: “Prosecco e spumante a go-go. Alla larga le bollicine straniere”. E un grappino come ammazzacaffè, ministro, vogliamo aggiungerlo, o no? “Certamente. Meglio del whisky”.

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