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Corriere Della Sera

Basta cene alla Rainbow Room, Cipriani chiude per crisi ... Il ristoratore: effetto Lehman Brothers, non reggiamo più l’aumento dell’affitto. Petizione per farne un monumento... Ci hanno ballato tutti, brindato tutti, festeggiato tutti. Attori di un’epoca in bianco e nero, “nobiltà” wasp di Park Avenue e dintorni, star tutte sex&drug&rockandroll, jazz e fumo, Sinatra e Dylan, jet set internazionale, moda, starlette e divetti. Ma pure normali turisti, americani e non. Il fascino “Art Déco del 65°” piano del Rockefeller Center non ha età, la vista su Manhattan dalle vetrate della gloriosa sala da ballo non ha eguali. Ma la recessione economica non risparmia nessuno. E così mangiare il celebre carpaccio di Cipriani o bere un Bellini davanti alle mille luci di New York diventerà più difficile.
Chiude il Rainbow Grill, il ristorante della Rainbow Room in cima al grattacielo newyorchese di Rockefeller Plaza, aperto nel ’98 da Arrigo Cipriani. “Contratto di affitto troppo alto” spiega il patron dell’Harry’s Bar di Venezia. Con il rinnovo, la Tishman Speyer, che possiede il Rockefeller Center, ha più che raddoppiato il canone: “Da quattro milioni di dollari l’anno a oltre otto, una cifra che in questo periodo di grande crisi economica non ha senso”. Anche perché i frequentatori abituali arrivavano soprattutto da quel mondo finanziario andato in frantumi dal fallimento di Lehman Brothers. Ci hanno provato e ci stanno provando i Cipriani a non chiudere tutto, a convincere i “padroni di casa” a rivede l’esosa richiesta. In un arbitrato proponevano una cifra appena più alta di quei vecchi quattro milioni. Niente fare. “La Tishman Speyer ci ha perfino detto che avrebbero trasformato tutto in uffici - racconta il ristoratore veneziano - tanto che noi abbiano lanciato una petizione per far dare lo status di monumento nazionale alla Rainbow Room”. La trattativa comunque va avanti e “vista la crisi, chiederemo un affitto inferiore a quello pagato finora”. Nel frattempo il Grill chiude e mangiare italiano al 65° piano con vista sui grattacieli resterà un bel ricordo. Ma chi non vuole perdersi gli ultimi sprazzi della Rainbow Room può ancora approfittare del brunch domenicale e della cena danzante del venerdì sera e ballare sulla pedana che gira con il sottofondo musicale dell’orchestra di casa. Per i più nostalgici si può affittare il tutto per un momento speciale: lo scorso marzo Cecilia Ciganer-Albeniz, ex signora Sarkozy, la scelse per sposare Richard Attias. “È una decisione molto difficile - ha detto anche il portavoce americano dell’impero Cipriani Ben Branham -: la Rainbow Room è una delle icone di New York, tutti la considerano il luogo ideale per la celebratone di eventi speciali ed evoca ancora un certo charme della città”. Lustrini e tutta l’alta società newyorchese le diedero il benvenuto il 3 ottobre del 1934 in piena Grande Depressione. Per molto tempo poi ha avuto il primato della vista più mozzafiato della città. Record battuto più tardi dal Windows on the World, il locale al 107° piano di una delle Torri Gemelle. Dopo l’11 settembre 2001, tornava il numero uno. “Ma anche allora ci fu una grande crisi - ricorda Cipriani -: nessuno voleva più cenare così in alto”. Per qualche mese, una quarantina di lavoratori della Rainbow Room furono messi in cassa integrazione. Poi tornarono al loro posto. E la sala tornò a riempirsi di star come Catherine Zeta Jones, Katie Holmes, Woody Allen (ci ha girato anche un film), Beyoncé, Anne Hathaway. Britney Spears ci ha appena celebrato il compleanno. Anche stavolta una quarantina di impiegati del Rainbow Grill dovrà fermarsi. Ma, dice il patron Cipriani, “a New York abbiamo altri 7 ristoranti”.

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