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Corriere Della Sera

Il nuovo supermercato? Le aste via internet ... Gli acquisti alimentari on line: più 62%... Un prosciutto di Parma intero all’attraente prezzo di euro 99. Oppure un provolone Valpadana piccante, la bellezza di 10 chili alla modica somma di 119 euro. E ancora le arance di Lentini-Francofonte, ottime per le spremute: 50 chili aggiudicati alla cifra imbattibile di euro 22 e 50. Sarà la crisi. Sarà che i prezzi di pane e pasta sono l’unica cosa a correre nella nostra economia. Sarà che l’idea del risparmio è diventata di moda anche se poi il risparmio non c’è, oppure che se non compri su internet sei antico. Sarà un po’ di tutto questo, ma davanti ad una cifra così è difficile non parlare di fenomeno. Gli acquisti di prodotti alimentari su internet, e in particolare sul sito delle aste on line ebay.it, sono cresciuti nel 2008 del 62 per cento rispetto al 2007. Una media di uno al minuto, per un totale di oltre mezzo milione. Un aumento senza paragoni se guardiamo agli altri settori. Al secondo posto, per dire, c’è l’arredamento: salito sì, ma della metà con il 7 per cento. Solo in questo momento sono più di 30 mila i pezzi messi in vendita sulla rete nella categoria enogastronomici.

Chicche per intenditori, in alcuni casi, con la possibilità di raggiungere direttamente il produttore alla fonte come per il sale blu di Persia, la colatura di alici di Cetara o il ragù di cervo. Ma anche generi di largo consumo in versione extra large, tipo forniture per comunità. Oltre ai prosciutti interi, il re delle aste on line, ci sono le forme di Parmigiano-Reggiano, i pacchi di pasta in quantità industriale (set da 52), i cartoni di vino. Chi vende? Da una parte ci sono i privati che comprano circa un terzo dell’offerta: piccoli contadini che offrono solo la loro merce o persone qualsiasi che riciclano i regali degli amici. Dall’altra parte ci sono i professionisti, veri e propri negozi on line che ogni mese aggiornano la loro vetrina virtuale e stanno conquistando nuove fette di mercato. Privati o negozi, il meccanismo è sempre quello di ebay, con un prezzo che funziona da base d’asta e un tempo massimo per fare le offerte. Oppure con la via rapida del “compralo subito”. prezzo fisso e chi arriva per primo si porta a casa il pacco. Comprare una scatoletta di tonno non conviene, perché ci sono le spese di spedizione e allora è meglio il negozietto all’angolo. Ma sulle forniture extra large si possono spuntare prezzi vantaggiosi, saltando quei passaggi che lungo la catena della distribuzione fanno ingrassare i prezzi. Solo che bisogna mettersi dentro casa uno speck intero (trentino, stagionatura a 1.100 metri) e cioè 5 chili per 44 euro e 90. Oppure 4 pacchi di spaghetti, 4 di rigatoni, 4 di penne, trafilatura in bronzo, per un totale di 52 confezioni ad euro 20. Bisogna unire gli sforzi, insomma. Ed è proprio quello che avviene. Molto spesso sono gruppi di amici ad acquistare le taglie forti in versione alimentare, per dividere i costi di spedizione, le spese e le porzioni. Diventa un gioco, perché in fondo l’asta somiglia ad un giro di poker. E, se si usa il cervello, anche il portafoglio è soddisfatto, particolare non secondario visti i tempi cupi che stiamo vivendo. Forse a sorpresa è il centro Italia la zona in cui questo tipo di vendite va più forte. Al primo posto l’Umbria da dove parte addirittura il 26 per cento dei prodotti, forse merito di quel prosciutto un po’ salatino ma imbattibile. Poi vengono Emilia Romagna e Marche. A crescere di più sono gli acquisti di dolci, biscotti, tè e caffè, più 182 per cento. Mentre la categoria generale gastronomia fa segnare un più 51 per cento. Diego Ugolini, 34 anni di Foligno, ha cominciato per caso: “Su internet avevo comprato un telefonino, qualche attrezzo per la pesca. E poi mi sono detto, perché non provare a vendere qualche specialità della mia macelleria’”. Ha iniziato con i prosciutti di produzione propria, poi ha messo su un vero e proprio negozio on line dove offre di tutto: salami, formaggi, olio, tartufo e anche il vino. Oggi vende sulla rete il 30 per cento del totale. “Mai una lamentela”, giura. Solo qualche sporadica lamentela sui tempi di consegna. “Ma io non c’entro, sono le poste. A volte i pacchi ci mettono pure dieci giorni”. C’è anche chi investe cifre pesanti, come l’ignoto navigatore che per una bottiglia di Brunello Biondi Santi del 1964 ha investito 6.500 euro. E anche piccole follie telematiche, come quella che racconta Giovanni Putignano, titolare di un altro negozio on line a Ceglie Messapica. “Qui dalla Puglia ho venduto una bottiglia di Montepulciano ad una persona che abitava a pochi chilometri dalla cantina. Non faceva prima ad andarci lui di persona?” Se usata con intelligenza, però, la rete qualcosina la può far risparmiare. L’acquisto on line in comitiva è in qualche modo l’evoluzione dei vecchi gas, i gruppi di acquisto solidale. Un fenomeno nato una quindicina di anni fa che oggi coinvolge 120 mila italiani. Anche loro uniscono gli sforzi e comprano in grandi quantità per poi dividere tra loro prosciutti, formaggi e tutto il resto. Solo che non cercano prelibatezze o prezzi da hard discount ma produttori che rispettano l’ambiente, che non hanno lavoratori in nero, e possibilmente di zona perché ogni trasporto inquina. “Per noi - spiega Giancarlo Marini, componente di uno di questi gruppi a Milano - la solidarietà vale sia verso l’interno sia verso l’esterno. Verso l’interno nel senso che come acquirenti dividiamo le spese. Verso l’esterno perché scegliamo contadini e allevatori che in qualche modo condividono i nostri valori”. Nelle aste on line, invece, si cerca il prodotto da gourmet o il prezzo imbattibile. Solidarietà, certo. Non verso il mondo, però, ma verso il proprio portafoglio e al massimo quello dei compagni d’acquisto. E questo forse è un piccolo effetto collaterale della crisi.

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