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Corriere Della Sera

Roxana, reporter ed ex Miss North Dakota arrestata in Iran “per aver comprato vino” ... Madre giapponese, padre iraniano, nata e cresciuta in Usa, North Dakota (di cui fu eletta Miss nel 1997), laurea in francese e due master, in giornalismo e relazioni internazionali. Ottimo profilo multiculrurale per una giornalista 31enne, a cui si aggiunge la voglia di capire una delle sue patrie, l’Iran. Ma la Repubblica islamica, dove Roxana Saberi ha passato gli ultimi sei anni da giornalista free-lance, evidentemente non ha gradito: da un mese la reporter cittadina statunitense e iraniana è in carcere. Il motivo presunto, ha raccontato il padre: “L’aver comprato una bottiglia di vino da qualcuno che l’ha poi denunciata”. Il motivo più probabile, in un Paese dove la campagna elettorale per le presidenziali sta già inasprendo il confronto falchi-colombe, l’aver scritto o detto qualcosa che non doveva. Roxana collaborava con Npr, Bbc, Fox News. E stava scrivendo un libro, sulla società iraniana. “Da due anni lavorava illegalmente, il suo tesserino stampa era stato ritirato nel 2006”, ha dichiarato il portavoce del governo, Hasan Qashqavi. Fine della comunicazione. Nessun dettaglio sull’arresto, né sul futuro rilascio. E anche quella breve dichiarazione forse non sarebbe arrivata se Reza Saberi non avesse divulgato la scomparsa della figlia: il 10 febbraio lei lo aveva chiamato negli Usa, dal carcere, dicendogli di tacere perché “entro poco sarò libera”. Cosa che non è successa. E Mr. Saberi si è rivolto ai media. L’ostilità di Teheran verso i cittadini del “Grande Satana” non è nuova. La morte dell’America si chiede, da trent’anni, in ogni manifestazione e preghiera del venerdì. E prima di Roxana erano finiti in carcere (e poi rilasciati), l’accademica Haleh Esfandiari (110 giorni in isolamento nel 2007), l’intellettuale Ramin Jahanbegloo (4 mesi nel 2006). Altri, come lo studioso Ali Shakeri, sono ancora nelle mani delle autorità iraniane. Per Roxana Saberi, ex Miss North Dakota, si sono ora mobilitati i grandi media Usa. Nella speranza che il disgelo prospettato dall’arrivo di Barack Obama l’aiuti a tornare a casa, presto.

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