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Corriere Della Sera

Il buon vino si può bere in autostrada ... Mio figlio di 19 anni è stato fermato dalla polizia stradale e controllato con il test dell’alcol. L’esame è risultato positivo, ma aveva bevuto soltanto due bicchieri di vino e secondo quelle complicatissime tabelle che ci sono nei bar avrebbe dovuto essere nella norma. Lui è stato “perdonato”, ma mi sembra che si esageri: il problema è la droga, non certo un po’ di birra e di vino.

Angela P. (Novara)

Può darsi che fosse vino molto forte, che suo figlio fosse a stomaco vuoto oppure che sia molto magro. E può anche darsi che i bicchieri fossero tre. Il limite di legge di 0,5 g. per litro può essere raggiunto in molti modi. Non si lamenti comunque di quello che è successo. Suo figlio ha subito un intervento “educativo” che potrà evitargli guai futuri, e non ha nemmeno dovuto pagare una multa. Così la penso io. Anche se recentemente qualcuno più autorevole di me, il ministro delle politiche agricole Luca Zaia, intervenuto al Vinitaly, le ha dato ragione, sostenendo che due bicchieri di vino vanno benissimo e che “solo il 2,9% degli incidenti stradali avviene in stato di ebbrezza e il vino non può diventare l’unico capro espiatorio, utile solo per lavare qualche coscienza”. Mi chiedo quali coscienze, ma soprattutto da dove viene quel dato. Secondo quelli riferiti dall’Osservatorio nazionale alcol, in collaborazione con l’Oms, l’Istituto superiore di sanità e il Centro nazionale di sorveglianza e prevenzione della salute in Italia, l’alcol nel 2007 è stato la causa del 30-50% degli incidenti stradali e la prima causa di morte per i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni.
Ma il vino in Italia (soprattutto al Vinitaly) è soltanto “nettare degli Dei” ed è giusto continuare a venderlo in bottiglia negli autogrill.

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