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Corriere Della Sera

Ristoratori e pensioni, stesse tasse: quell’abitudine allo scandalo ... Gli ultimi dati sulle denunce dei redditi degli italiani ci dicono che un ristoratore guadagna fra 13.500 e 14.500 euro l’anno: meno di un pensionato. E che i commercianti all’ingrosso dichiarano un reddito (19 mila euro lordi) che supera soltanto di spiccioli quello medio di un operaio. Sarebbe certamente lecito domandarsi perché i ristoratori si ostinino ancora a tenere i ristoranti aperti e che cosa spinga i grossisti a comprare e vendere grandi quantità di merci. Ma a parte questo, nessuna sorpresa.
Era così anche l’anno scorso. Quello precedente. E pure quello prima ancora. Ogni anno, puntualmente, i giornali fanno lo stesso titolo sulla colossale iniquità fiscale che caratterizza il nostro Paese. Il bello è che non cambia mai nulla. Tanto se governa il centrodestra quanto se al potere c’è il centrosinistra, a dispetto di tutte le promesse di equità fiscale. I gioiellieri continuano a denunciare al fisco redditi sorprendentemente modesti. Idem i professionisti. Mentre i lavoratori dipendenti ci fanno la figura dei Paperoni. Cinque anni fa il ministro dell’Economia Giulio Tremonti si scandalizzò giustamente avendo scoperto che erano 14 mila gli italiani che dichiaravano al fisco guadagni elevati in un Paese nel quale ogni anno si vendevano 230 mila automobili di lusso. E oggi siamo alle solite.
Secondo le Finanze, appena lo 0,2% dei contribuenti italiani avrebbe un reddito superiore a 200 mila euro, e sono pressoché tutti lavoratori dipendenti: poi però il governo vara lo scudo fiscale per far rientrare con una tassa simbolica ingenti capitali illegalmente esportati presumibilmente da chi dichiara al fisco somme ridicole. Decisamente c’è qualcosa che continua a non tornare. Una ultima osservazione: gli ultimi dati sulle denunce dei redditi sono relativi a un periodo precedente alla grande crisi mondiale. Quanto dichiareranno quest’anno ristoratori, gioiellieri e grossisti? Molte categorie di autonomi hanno avuto addirittura uno sconto sugli studi di settore, proprio per tener conto della crisi. I lavoratori dipendenti, invece, stanno ancora aspettando il taglio delle tasse che tutti, destra e sinistra, avevano promesso.

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