02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriere Della Sera

Le mille proposte, dal videogame al “no drink” ... Oltre 6 mila morti l’anno, 40 mila persone che per le lesioni non saranno più quelle di prima. E quelle i6 maledette ore notturne tra il venerdì sera e la domenica mattina che assomigliano a una guerra strisciante a cui sembra impossibile mettere fine. Si è fatto molto, certo, ma sono altrettante le buone intenzioni rimaste sulla carta.
La patente a punti, innanzitutto. Era il 2003, e fu l’inizio di un giro di vite dagli effetti positivi che arriva fino all’inasprimento delle pene e dei provvedimenti amministrativi disposti dall’attuale governo. I morti calarono subito del io per cento, ma nel 2oo6 l’effetto era già più o meno svanito. “Fu un passo importante che ha perso smalto - dice Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, l’Associazione sostenitori e amici della polizia stradale -. Del resto è assurdo regalare due punti ogni due anni per “buona condotta”, senza contare che i corsi per recuperarli sono una farsa”.
Per limitare i danni delle lunghe notti trascorse in discoteca si è proposto di tutto e di più. Anticipare l’orario di chiusura dei locali per evitare che i ragazzi si mettano in macchina, stravolti, all’alba? Ci provò già nel i990 l’allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti che fissò il coprifuoco alle 2 (esteso alle 4 per l’estate e le zone turistiche), ma un anno dopo la direttiva fu annullata dal Tar dell’Emilia. Si pensò anche ai videogiochi: nel ‘96 l’ex ministro dei Lavori Pubblici Antonio Di Pietro voleva introdurre nelle discoteche dei “simulatori di guida” per premiare i ragazzi che compivano meno infrazioni virtuali. Nel 2000 l’allora direttore della Polizia stradale Alessandro Pansa avrebbe voluto far dormire i giovani in discoteca obbligandoli a tornare a casa solo alle i2.30 del giorno dopo, mentre nel 2007 l’attuale sottosegretario Carlo Giovanardi propose dall’opposizione un provvedimento sperimentale per bloccare il traffico automobilistico dalle 22 di un sabato fino alle 7 della domenica.

Il problema più grosso restano senz’altro l’alcol e le droghe. Non è rimasta traccia di quel “codice etico” siglato due anni fa tra governo e gestori di locali che prevedeva limitazioni alla vendita di drink e sconti per i guidatori rimasti sobri. “I gestori fanno i patti e poi non ne rispettano nemmeno uno - commenta Giovanardi -. I morti di ieri non sono una fatalità: come è possibile che dei ragazzi si mettano in macchina alle 4 del mattino dopo un simile mix di stanchezza e carenza di sonno? Contro droga e alcol abbiamo comunque aumentato i controlli sulle strade ottenendo dei risultati molto positivi”. “ È vero, l’etilometro è l’arma più potente contro le stragi del sabato sera, e si è passati dai 250 mila del 2006 al milione e 400 mila dell’anno scorso - dice Biserni -. Il problema sono però le forze a disposizione: oggi abbiamo lo stesso numero di pattuglie che circolavano negli anni 60 e 70”.

Tutti d’accordo su un punto, però: il governo ha fatto benissimo ad inasprire le pene sia detentive che pecuniarie. “Per l’omicidio colposo il minimo è salito da uno a due annidi carcere, e i giudici sono sempre più restii a concedere le attenuanti generiche”, spiega Augusto Palese, uno dei legali dell’Associazione nazionale familiari e vittime della strada. Misure che insieme al ritiro più facile di auto e patenti hanno contribuito, negli ultimi sei mesi, al calo del 33 per cento delle vittime nei fine settimana. “Un altro segnale importante - continua Palese - è che alcuni pm considerano omicidio non colposo ma con dolo eventuale quello compiuto da chi uccide dopo essersi messo alla guida ubriaco fradicio o strafatto. Una sentenza che gli desse ragione sarebbe davvero una svolta importante”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su