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Corriere Della Sera

L’arte del bere ... I consigli di Viola ai giovani d’oggi... Certo, sono dei bruti questi giovani che tracannano alcol le notti, schiamazzanti, “vestiti come i forzati della Caienna nel film “Papillon” (stracci intrisi di sudore, monili che ricordano i “ferri” dei bagni penali)”. Nemmeno conoscono, come scrive con fervore Sandro Viola su “Repubblica”, il celeberrimo William Faulkner: “civilization begins with distillations”. Se lo conoscessero, se padroneggiassero l’arte del bere, seguirebbero le orme di chi, come Viola, ha già assaporato “il piacere nel sistemare la scarpa sinistra sulla sbarra poggiapiedi d’un buon bar, accendere una sigaretta, puntellare il gomito destro sul banco, attendere trepidi che il barman mescolasse il nostro Martini”. Che pena, questi giovinastri che si ubriacano serialmente e che non hanno “mai bevuto un Martini al St. Regis o al Carlyle di New York, o all'Harry’s di Venezia”, mai provato “l’ouzo di Mykonos, il malt di Bushmill a Dublino o a Galway, il pastis a Capo Corso, il moquito a Cuba, la caipirinha a Copacabana, il Kyr royal al banco della Closerie de lilas a Montparnasse, il Colonnello al bar della Posta di Cortina, l’Aqvavit dell’Opera a Stoccolma, la Manzanilla Carta Bianca da Chicote a Madrid”. Niente, non hanno bevuto niente di tutto questo, nei posti giusti. Niente alcol che dà “calore e allegria”: “senza dire che è una manna nella conduzione d’un flirt”. Altro che movida.

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