02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriere Della Sera

La vendemmia che rilancia il vino ... Produzione inferiore (-1%) al 2008, ma qualità ottima. Gli enologi: sarà l’annata di ripartenza del settore... Si berrà un po’ meno ma farà bene alla salute (economica), delle cantine italiane. Per la vendemmia 2009 le stime di Confcooperative parlano di una produzione di circa 65 milioni di quintali di uve e 45,8 milioni di ettolitri di vino prodotto (-1% rispetto al 2008 e -5,4% rispetto ai valori medi degli ultimi 5 anni). In pratica, se non ci saranno eventi climatici catastrofici durante il mese di settembre, la produzione dovrebbe calare di circa due o tre milioni di ettolitri in cambio di una qualità molto elevata dell’uva e di una maggiore competitività. Per quanto concerne la qualità, invece, da Nord a Sud i produttori concordano: sarà un’ottima annata. “Ma soprattutto sarà l’annata della ripartenza per il nostro settore” precisa Vittorio Moretti, proprietario dell’etichetta Bellavista e tra i padri fondatori del fenomeno enologico di Franciacorta. “Ci aspettiamo grandi cose da quest’annata - continua Moretti - la qualità è cresciuta ed è ampiamente riconosciuta a livello internazionale. Per quanto riguarda il Franciacorta, bisogna solo lavorare di più alla commercializzazione all’estero: attualmente produciamo circa 10 milioni di bottiglie e potremmo metterne sul mercato almeno il doppio. Ci troviamo in una posizione diametralmente opposta a quella dello champagne che quest’anno farà calare i livelli di produzione per non saturare il mercato. Quello francese è un prodotto maturo, noi possiamo ancora conquistare considerevoli quote di mercato. La nostra è una parabola ascendente che è stata solo frenata nell’ultimo anno dalla crisi economica internazionale”. Ma più che la crisi, la recessione e la contrazione dei consumi, oggi i produttori italiani denunciano un nemico secondo loro ancora più pericoloso: la campagna contro l’alcol e la severità delle sanzioni per chi viene trovato “positivo” all’etilometro. Agli occhi dei consumatori i parametri previsti dal codice della strada appaiono troppo rigidi e soprattutto troppo basso il livello di alcol ritenuto fuori legge. In pratica, dicono, con un paio di bicchieri di vino si rischia lo stop. “È una campagna che ci sta danneggiando pesantemente e contro la quale bisogna intervenire al più presto - protesta Gianni Zonin, presidente di una delle cantine più vaste e importanti d’Italia -. Una potente lobby europea sta sfruttando questa situazione per rilanciare le bibite alternative al vino. Non bisogna avere esitazioni nel sostegno al nostro comparto che rappresenta una delle espressioni di punta del made in Italy nel mondo e che sempre più viene minacciato dall’invasione dei vini del nuovo mondo: Australia, Cile, Sudafrica su tutti”. Un alleato a questa crociata i produttori lo hanno trovato nel ministro delle Politiche agricole Luca Zaia che le settimane scorse ha invitato a non colpevolizzare il consumo moderato di vino, che non va considerato l’unico responsabile degli incidenti stradali. Intanto il comparto enologico rilancia la propria competitività e si aspetta un 2010 in ripresa proprio grazie alla vendemmia in corso, che si annuncia di alta qualità. “Proprio dai mercati internazionali ed in particolare da Germania, Canada, Cina e Stati Uniti le nostre cantine iniziano a registrare i primi segnali di ripresa della domanda” spiega Paolo Bruni, presidente di Fedagri in rappresentanza delle 423 cooperative vitivinicole associate che costituiscono il 40% del vino complessivamente prodotto in Italia. “Se a questo aggiungiamo - continua Bruni - una vendemmia che potrebbe addirittura risultare di poco inferiore ai volumi dello scorso anno e se i miglioramenti qualitativi rispetteranno le attese, sarà questo un motivo in più per essere fiduciosi e impegnarsi tutti nel gestire questa fase di criticità che potrebbe risolversi già a partire dalla prossima primavera. La posta in palio ormai è troppo alta: il vino in Italia è una cosa seria e lo dimostrano gli oltre 20 milioni di consumatori ma anche le 700 cooperative e le 700.000 aziende che danno lavoro agli oltre 1,2 milioni di occupati in tutto l’indotto, per un valore complessivo della produzione di oltre 10 miliardi di euro, di cui 3,5 miliardi derivanti dalla vendite del made in Italy per eccellenza in oltre 170 Paesi in tutto il mondo”. A rafforzare l’ottimismo degli enologi è proprio la qualità delle uve già raccolte ad agosto e di quelle che stanno arrivando a maturazione durante il mese di settembre. “Ad oggi esistono tutte le premesse per una vendemmia eccezionale - afferma Alberto Tasca d’Almerita, amministratore delegato dell’omonima cantina siciliana -. Le buone riserve idriche accumulate nell’inverno e il clima estivo, asciutto e ventilato, stanno favorendo una maturazione graduale e costante, preludio per un’eccellente qualità dell’uva”. La vendemmia 2009 ha anticipato la raccolta di una o due settimane ad agosto e dalle analisi delle uve bianche entrate in cantina, vengono confermate le ottime attese qualitative soprattutto in Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Toscana, Lazio e Sardegna. Molto buona la qualità delle uve anche di Umbria, Marche e Campania che produrranno vini bianchi su cui i produttori hanno molte speranze. In merito alla quantità, le regioni del centro e del nord Italia confermano sostanzialmente i volumi del 2008, con punte di incrementi produttivi che riguardano regioni, come il Friuli Venezia Giulia ed il Piemonte, che nel 2008 avevano registrato, al contrario, perdite anche del 20%. Produzione di qualità con meno quantità si registra invece in Abruzzo e Puglia, regioni in cui le piogge di aprile e giugno hanno causato problemi ai vitigni al punto che i viticoltori.hanno dovuto effettuare interventi straordinari con conseguente selezione e quindi riduzione dei quantitativi di uva sulle piante del 10-15%, con punte anche del 30% in alcune aree del brindisino. L’obiettivo di tutti, comunque, resta l’alta qualità e il piano di rilancio sui mercati internazionali (specie quello Usa e quello britannico) che passa anche da una strategia di marketing capace di veicolare e promuovere all’estero l’intero comparto enologico italiano. Gli uffici commerciali delle cantine confermano che qualche segnale di ripresa della domanda del vino italiano arriva già: una tendenza che riguarda i vini bianchi come il Vermentino di Gallura, il Prosecco, il Pinot Grigio e gli spumanti di Veneto, Franciacorta, Friuli e Trentino e, tra i rossi, quelli strutturati come il Montepulciano di Abruzzo, il Marzemino, l’Amarone, il Teroldego, il Chianti e il Salice Talentino. Il resto lo diranno le botti e il mercato.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su