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Corriere Della Sera

Quanto vino può bere chi guida? “Zero alcol” ... Ho seguito in Tv un dibattito sulla quantità di vino che si può bere prima di guidare. Ho capito che è molto difficile regolare la quantità: mi sembra che la legge sia davvero troppo “cervellotica”. M. Ripamonti, Pescara... Evidentemente questo è un tema che appassiona i nostri lettori, che più volte ci hanno scritto a proposito. Argomento in settimana rilanciato da una puntata di Porta a porta, in cui si è disquisito a lungo di grammi di alcol e relativi effetti, su chi “regge” meglio e sulle qualità del vino. Ora forse varrebbe la pena chiarire il senso delle norme che regolano l’assunzione di alcol da parte degli automobilisti: lo “spirito” (è il caso di dirlo) della legge, così come di tutte le analoghe normative in vigore nei principali Paesi, è che non bisognerebbe bere proprio niente prima di mettersi al volante. Questa imposizione è suffragata da un mare di ricerche e studi in tutto il mondo. Se la normativa ammette un “cicchetto” dipende dal fatto che non si vuole essere eccessivamente persecutori, punendo anche i peccati veniali.
Ma in realtà non è questione di grammi, di sesso del guidatore o di peso corporeo, il messaggio vero, secondo me, è “zero alcol” per chi guida, visto che comunque è difficile calibrare i reali effetti e la sensibilità dell’etilometro. Quello che invece non riesco a capire è perché il prestigio del vino e il destino dell’industria vinicola sembrano dipendere da questa legge, spesso criticata perché “danneggia l’immagine” di questo importante prodotto italiano. E’ verissimo che c’è anche la birra e che i superalcolici e i cocktail sono molto peggio, ma nessuno può negare che anche il vino ha un contenuto alcolico. Il buon vino ha cento argomenti per difendere il proprio prestigio, può persino sostenere che in dosi moderate fa bene alla salute. Perché accanirsi contro norme che, in fondo, sono di semplice buon senso?

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