02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriere Della Sera

La riscossa dei vini italiani. Ora i grandi vanno all’asta ... I rossi toscani e piemontesi si affiancano ai Chateau francesi... Bottiglie come opere d’arte. A Milano batte Sotheby’s... I francesi ci guardano ancora un po’ di traverso, ma se ne fanno una ragione: era cominciata con l’ingresso trionfale dei nostri stilisti nell’empireo della moda; adesso è l’ora dei vini, anzi dei grandi vini: smessi i panni degli eterni secondi, i prodotti eccellenti del made in Italy si sono imposti con identità e immagine vincente. Dice Gelasio Gaetani Lovatelli D’Aragona, fondatore dell’International wine Academy of Roma: “Fino a poco tempo fa, nelle grandi aste internazionali, che si tengono periodicamente a Londra, Ginevra e New York, il 100 per cento di bottiglie battute erano francesi. Oggi, invece, almeno il 30 per cento riguarda i nostri rossi importanti, soprattutto toscani e piemontesi”. Buon segno. Ecco, allora, il mix delle due bandiere nazionali, per citare un esempio di casa nostra, nell’evento che si svolge domani a Roma, a Villa Aurelia, dove, sotto l’egida di Gelardini&Romani (Wine Auction) e nell’ambito della presentazione dei Grand Cru d’Italia, si svolgerà la prima asta italiana interamente “en primeur” (per i profani, si tratta della vendita di bottiglie alcuni anni prima che queste siano offerte sul mercato) di grandi etichette, dai più famosi “Chateau” (Lafite Rothscild, Latour) agli italiani Masseto, Amarone Dal Forno, Messorio. Ancora: il meglio della produzione tricolore, e soltanto questa, domina oggi la scena dell’altra capitale, Milano. Con un’asta benefica (alle 18,30, nella Sala Buzzati del Corriere della Sera, in favore di Doppia Difesa, l’associazione di Michele Hunziker e Giulia Bongiorno) battuta da Sotheby’s per il comitato Grandi Cru d’Italia (in tandem con la Camera della Moda), presieduto dal marchese-viticultore Vittorio Frescobaldi. Assente giustificato, poiché sarà a Londra per la presentazione del nuovo ristorante e wine bar “Dei Frescobaldi”, all’interno dei magazzini Harrods: alta cucina italiana e vini italiani. “Nei Paesi stranieri, soprattutto in quelli emergenti, è fondamentale legare i nostri vini alla nostra gastronomia, che si è affermata sulla scena mondiale - osserva Marco Caprai, autore del lancio del Sagrantino di Montefalco, attraverso l’esemplare recupero di un antico vitigno -. Oggi l’Italia annovera molti piccoli produttori di vini di alta qualità, ma per tenere il mercato occorre fare sistema. Sennò, è boomerang”. Certo, l’allarme non riguarda i collezionisti di etichette, disposti a spendere fortune per aggiudicarsi le bottiglie super. Gelasio Gaetani ricorda di aver aiutato Angelos, il “butler” di Valentino, nel metter su la cantina della residenza francese di Chateau de Wideville: “Lo stilista chiese di acquistare rossi importanti per gli ospiti di riguardo. Rigorosamente italiani”. Nell’asta milanese, sfileranno 130 etichette, che rappresentano il meglio dei prodotti vinicoli di tutto il Paese. Ci sarà un discreto numero di bianchi, bollicine comprese, solitamente tagliati fuori. “Ciò significa - dice Marcello Lunelli (cantine Ferrari) - che i bianchi di alta qualità hanno finalmente fatto breccia, come si meritano, anche tra i cultori del vino più esigenti”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su