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Corriere Della Sera

La collina dei mille vini dove anche le Spa aboliscono l’acqua ... In gita a Bordeaux, perdendosi nei vigneti. Per le terapie qui si guarda all’uva... In Francia aspettando il millesimato del 2009, “il migliore di sempre”... Alzo la tapparella dal letto, alto, strano, sistemato proprio al centro della stanza (ah, gli architetti). Dal sottile, prima, poi più ampio varco, compaiono “les vignobles” che scendono, dolci, verso il fiume. C’è un uomo in sella a un trattore e la nebbia copre la Garonna, laggiù in fondo, ma si dirada velocemente. Qui, infatti, raccontano che quando c’è la nebbia al mattino, alla fine sarà una splendida giornata. È vero. Svegliarsi tra alcuni dei vigneti più spettacolari del mondo provoca emozioni e bisogni contrastanti. Di là mi aspetta il petit-déjeuner con croissant e marmellate, ma quelle viti già mi spingono verso qualcosa di più sostanzioso su cui versare dell’ottimo vino. Cittadine, villaggi, chiese. E vigneti. E dentro i vigneti castelli, dimore di charme, hotel disegnati da maestri come Jean Nouvel, alberghi dove, nelle Spa, la talassoterapia è sostituita dalla “vinoterapia”. Al centro Bordeaux, l’antica Burdigala dei romani, il “porto della luna” per via di una curva della Garonna, uno dei due fiumi (l’altro è la Dordogna) di questa città che non ha fatto fortuna solo col vino. Dai larghi docks, ora rimessi a nuovo, partivano i bastimenti dei mercanti di schiavi. Storie di mare che si possono ritrovare, insieme ad altri scorci della vecchia Bordeaux, nella preziosa raccolta di dipinti, sculture, incisioni, documenti del collezionista e mecenate Daniel Thierry, in mostra (fino al 4 marzo) alla Galerie des Beaux-Arts. Le maschere sui palazzi del centro segnalavano le dimore dei ricchi, ma è fuori che ora c’è la vera ricchezza, lungo le strade del vino: Medoc (Nord-Ovest), Bourg e Blaye (Nord), Saint-Émilion, Pomerol, Fronsac (Est); Entre-Deux-Mers (Sud-Est); Graves, Sauternes (Sud-Ovest). C’è solo l’imbarazzo della scelta. Si può cominciare dal Medoc, “in medio aquae”, la regione tra l’oceano e l’estuario della Gironda, 80 km di lunghezza dove castelli (Chateau Margaux), diventano torri di guardia (Desparre) e poi fari (Cordouan). Quindi dirigersi a est, tra le stradine di pietra di Saint-Émilion, patrimonio dell’umanità e della buona tavola, sulla collina dei mille vini. Ma prima di riprendere il cammino, ecco una fattoria dove comprare formaggio di capra, foie gras, pain campagne. Insomma un cestino di leccornie da consumare in mezzo alle vigne. Con un sauternes Chateau La Tour Blanche. Qui sostengono che il millesimato 2009 sarà uno dei migliori di sempre. Una buona ragione per tornare a svegliarsi a Bordeaux, guardando un vigneto, un trattore e un filo di nebbia.

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