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Corriere Della Sera

Slow Food, la svolta federalista ... Slow Food muta ancora. In senso federale. A quattro anni dal cambio di timoniere, quando il fondatore Carlo Petrini ha lasciato la guida al giovane Roberto Burdese (confermato), dal congresso nazionale di Abano Terme sono emersi un consiglio nazionale nuovo di zecca e una modifica alla statuto che farebbe piacere ad Umberto Bossi: una riforma in senso federalista. Con maggiori responsabilità date alle assemblee regionali e alle Condotte (gli oltre 300 organismi locali dell’associazione ramificati in Italia). “Compiti ambiziosi”, ha ricordato Petrini, “attendono l’associazione del cibo buono, pulito e giusto, nota in tutto il mondo come organizzatrice del Salone del gusto e di Terra Madre”. Slow Food, continua, “vuole far sentire ancora di più la sua voce come soggetto politico, e intensifica la sua azione espressa nell’articolato Manifesto per l’educazione che è stato approvato ieri nella città termale dai 622 delegati”. Il cambio di marcia è indicato dalle novità nello statuto che, spiegano i vertici di Slow Food, forte di 100 mila soci e partner nel mondo, va verso una maggiore rappresentatività dell’associazione sul territorio”. In pratica, vengono attribuite più responsabilità “ai Comitati di Condotta e alle Assemblee regionali, consentendo una più ampia condivisione delle scelte a livello locale”. Slow Food resta in prima fila nella lotta agli ogm.

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