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Corriere Della Sera

Bevande anti-sbornia, non fidarsi è meglio ... Gli esperti: scarse le prove d’efficacia, per i giovani sono una pericolosa illusione... Aumenta l’offerta di bibite che promettono di abbassare il livello di alcol nel sangue. Ma funzionano davvero?... Fanno parte della categoria degli integratori alimentari, ma sono vendute nei locali della movida notturna come bibite “anti-sbornia”: sarebbero in grado di abbassare il livello di alcol nel sangue. Ma i dubbi sono tanti. L’esordio di questi prodotti risale a cinque anni fa, anche se solo adesso hanno conquistato una diffusione significativa. In Francia, il recente lancio di una di queste bevande (in realtà, un remake di una bibita apparsa sul mercato già nel 2004 in vari Paesi, tra i quali l’Italia) ha messo in allarme le autorità sanitarie, tanto che il Segretariato di stato per la tutela dei consumatori, organo del ministero del Commercio francese, ha chiesto l’intervento della Direzione generale della concorrenza, dei consumi e della repressione delle frodi. L’“accusa”: non esisterebbero studi scientifici adeguati a sostegno dell’effetto inibitorio, vantato dalla bevanda, nei confronti dell’alcol. La preoccupazione delle autorità francesi è, quindi, quella che la pubblicità della bevanda possa indurre i giovani a bere alcolici senza remore, confidando sull’effetto di riduzione del livello di alcol nel sangue. La questione bevande anti-sbornia è anche all’esame degli esperti dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, l’Efsa di Parma, che stanno esaminando un dossier sulla veridicità delle diciture, presenti sulle etichette di questi prodotti, che enfatizzano la velocità con la quale questi integratori sarebbero in grado di abbassare il tasso alcolico nel sangue. Tra le bevande anti-eccesso di alcol presenti in Italia, si trova, ad esempio, una bibita a base di erbe, che dichiara: “consumata alla fine delle vostre serate previene i postumi della sbornia e vi aiuterà ad essere lucidi e in forma per l’indomani”. L’effetto anti-sbornia sarebbe garantito da estratti di piante, come liquirizia, dente di leone, melissa, carciofo, limone. Il sito pubblicitario della bevanda, tuttavia, precisa: “la consumazione non permette la guida in stato di ebbrezza”. Un altro prodotto viene presentato come un elisir di benessere, a base di erbe, che “mantiene svegli dopo un eccesso di alcol”. La lista comprende, inoltre, un integratore in bustine da assumere dopo gli “eccessi”, per “accelerare il metabolismo dell’etanolo”. “Siamo di fronte ad un’operazione di marketing rischiosa - commenta Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di sanità e presidente della Società italiana di alcologia -. Vengono proposte bevande, realizzate con zuccheri, infusi di erbe, vitamine, acido citrico, aromi e altri ingredienti, per attenuare gli eccessi di alcol. Ma la loro efficacia nel ridurre gli effetti dell’alcolemia elevata è tutta da dimostrare; parliamo di dimostrazioni scientifiche condotte in condizioni sperimentali chiare, ripetibili e corrette. L’assunzione di queste bevande non è nociva per l’organismo, ma non si possono ritenere un rimedio efficace contro la sbornia, come si lascia credere: nella letteratura scientifica non ci sono dati certi su cui basare indicazioni così importanti per la sicurezza delle persone. Basti pensare che, in alcuni casi, le prove di efficacia presentate dai produttori sono state eseguite solo su cinque individui”. “Nel 2006 - ricorda Gianna Ferretti, docente della Scuola di specializzazione in Scienze dell’Alimentazione dell’università Politecnica delle Marche - alla bibita anti-sbornia che ora è stata lanciata in Francia, ma che allora già circolava in Italia, fu comminata dalla nostra autorità Antitrust una multa di 47 mila e 500 euro per le frasi ingannevoli della pubblicità. Il testo prometteva di accelerare lo smaltimento dell’alcol, prevenendo gli effetti di un eccesso di assunzione di bevande alcoliche e riducendo rapidamente i malesseri legati all’ubriachezza, quali la nausea, la cefalea, il senso di stanchezza”.

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