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Corriere Della Sera

Gaddo, Sibilla e la Scala. Festival in Maremma con i discendenti di Ugolino ... Musica a Bolgheri e Castagneto Carducci dove della Gherardesca ospitava Sarah Ferguson... San Guido, famoso in tutte le antologie italiane per “i cipressi che a Bolgheri alti e stretti...” è un loro pio parente: viveva nel bosco e parlava con gli animali. Sempre in zona, anche il vescovo-conte Walfredo (secolo ottavo), santo ma non mite, è di famiglia: pronto di lingua e lesto di spada. Questo per far capire come gli attuali conti della Gherardesca, nella fattispecie Gaddo e sua sorella Sibilla, fra l’altro imparentati pure con l’infernale Ugolino (“... più che il dolor potè il digiuno”), conservino con l’alta Maremma, loro terra elettiva, un rapporto stretto da quei dì. Mappe del 1400-1500 certificano che quella zona si chiamava appunto “la Gherardesca”. Chi più di loro poteva quindi “mettere la faccia” in un’iniziativa che nasce con ambizione e con l’idea di diventare appuntamento fisso dell’estate maremmana? Eccoli dunque a cavallo di “Bolgheri Melody”, festival di musica, varia arte e accessori, in programma da dopodomani al 31 luglio a Bolgheri e Castagneto Carducci. L’apertura è alto fuoco d’artificio con la Filarmonica della Scala diretta da Daniel Harding per le note di Rossini-Puccini-Mascagni-Leoncavallo-Tchaikovsky, poi il concerto del pianista jazz Stefano Bollani (23 luglio, ospiti Enrico Rava e Irene Grandi), quindi in sequenza (programma completo su www.bolgherimelody.com) le Frecce tricolori, lo show di Massimo Ranieri, la serata dedicata a Chopin, l’esibizione di Roberto Bolle intervallati da giri nelle cantine locali dove il vino non è soltanto un elemento paesaggistico. In questa zona c’è il cantiere navale di Donoratico, famoso per le barche da canottaggio vincitrici di tante Olimpiadi e predilette nelle epiche sfide tra i circoli di Oxford e Cambridge. Ci sono vini grandiosi come il Sassicaia, inventato da Mario Incisa della Rocchetta. C’è una scuderia come la Dormello-Olgiata ricca di trofei e di fuoriclasse leggendari, primo fra tutti Ribot. “La Maremma - spiega Gaddo - è terra che ispira soltanto pulsioni viscerali. Paesaggio selvaggio, intatto come pochi e una cucina in sintonia. Mancava però un’idea culturale di livello, che potesse diventare una specie di marchio: l’idea è arrivata da due musicisti del posto, Massimo Guantini e Sauro Scalzini. Noi abbiamo dato una mano”...

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