02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriere Della Sera

Vendemmia, Italia super: batteremo la Francia … Si torna a parlare di vendemmia e l’organizzazione degli imprenditori agricoli ipotizza una previsione di produzione superiore del 5% allo scorso anno. Ma anche superiore, secondo i tecnici, della stima francese. Una corsa che dovrebbe risolversi al filo di lana: 47,5 milioni di ettolitri per i produttori italiani, contro 47,3 dei transalpini, restando ai dati di Franceagrimer. Ci accontentiamo di numeri per superare i cugini francesi che con Bordeaux, Champagne e Borgogna, fanno una corsa a tutt’oggi battibile a fatica in fatto di qualità. Un discorso tuttavia ben recepito dai vignaioli italiani che negli ultimi dieci anni hanno saputo guadagnare in autorevolezza nella produzione dei loro vini. Secondo il piemontese Michele Chiarlo, di Salamandra, cinquanta vendemmie all’attivo, produttore di Barbera e uve Nebbiolo da Barolo nelle Langhe, con il cru Cerequio, “sarebbe meglio focalizzare l’attenzione sul prezzo medio in tema di esportazioni, dove nel confronto con i nostri vicini siamo ancora perdenti”. Chiarlo è convinto che: “Bisogna aumentare quel prezzo e non gli ettolitri. Dobbiamo qualificare la nostra produzione”. Col diretti rilancia le note positive sul Made in Italy e sul fatto che il 60% della produzione di qualità è utilizzato per realizzare vino Doc (320), Docg (41) e Igt (137). “Le denominazioni italiane reggono il mercato, anche in tempo di crisi. La nostra viticoltura non ha subito gravi abbattimenti, si è difesa egregiamente. Le esportazioni sono cresciute, anche se in generale la richiesta di prodotti a costi più bassi ha alterato qualche meccanismo”. Dice l’enologo toscano Paolo Caciorgna. Dal suo osservatorio, Chianti, Montalcino, Etna, in Sicilia, dove negli ultimi tempi le etichette sono raddoppiate come il numero degli imbottigliatori, rileva: “è in tema di fatturato che la Francia mi risulta ancora in testa. Noi siamo competitivi affidabili con le nostre Docg. La scelta di qualità è ampia e i confini del vino italiano si sono estesi con Puglia, Valpolicella, Montepulciano d’Abruzzo, Nero d’Avola”. Occorre una qualità “contro-corrente”, sostiene l’enologo e direttore della cantina Bellavista in Franciacorta, Mattia Vezzola: “Il vino italiano può essere unico grazie alle sue biodiversità”. Una riconoscibilità che potrebbe davvero fare la differenza sul mercato mondiale facendo spiccare quel salto verso una leadership duratura nel tempo e non soggetta a cifre, variabili e vendemmie. Decisivi saranno i mesi di agosto e settembre e quanto inciderà la vendemmia verde: attivata per la prima volta, di fatto toglierà materia prima dal circuito produttivo. Senza dimenticare che per il secondo anno è operativa la riduzione delle superfici vitate dovuta alle estirpazioni con premio previsto dall’Ocm vino: 10.741 ettari quest’anno contro gli 11.571 del 2009.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su