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Corriere Della Sera

Vini georgiani e cibi bulgari. I gourmet scoprono l’Est ... Laboratori e incontri, apre il Salone del Gusto. Torino. Sono saliti a 288 i presidi di produttori di Slow Food... Il vento dell’Est soffia sul Salone Internazionale dei Gusto che si apre domani a Torino. Sarà inaugurato dal nuovo commissario europeo all’Agricoltura, il romeno Dacian Ciolos. E con lui (primo esponente Ue che partecipa a questa manifestazione), dai territori dell’Est debutteranno produttori, allevatori, coltivatori, molti di quali provenienti dagli ex Paesi dell’Unione Sovietica. Entrano così a far parte del grande mercato della terra che animerà gli spazi del Lingotto. Dove i visitatori, attratti dai piaceri della tavola e dai saperi antichi e nuovi ad essa legati, incontreranno le figure più svariate della galassia mondiale del Gusto. Dall’artigiano, al vignaiolo, allo chef di fama, al sommelier. Siamo all’ottava edizione e l’impresa di tenere insieme la cultura del cibo e del vino del pianeta, con i suoi numerosissimi protagonisti, può riuscire soltanto al gruppo appassionato dei militanti Slow Food e alla loro potenza organizzativa, tra imprenditorialità e vo1ontariato.
Non si tratta di una semplice fiera espositiva, però. Dietro, c’è la filosofia del “buono, giusto e pulito» di Carlin Petrini, fondatore e guida carismatica del movimento delle chiocciola. Che guarda ad ogni angolo della Terra, attraverso le molteplici comunità del cibo (non a caso, prima dell’apertura del Salone, ci sarà la grande assise di Terra Madre, composta da delegazioni provenienti da tutto il mondo, che interverranno parlando le loro lingue ancestrali).
Il percorso dentro i Padiglioni del Lingotto (accoglienza al 5, poi Slow Food Educa è..., quiz per giovani e meno giovani, mercato del Salone, Presidi Italiani e internazionali, Mercati della Terra, Cucine di strada eccetera) e lineare ci si orienta facilmente. Va da sé che, a seconda degli interessi, si decide dove fermarsi. Ad osservare e degustare. Per esempio, seguendo, nel padiglione i,le provocazioni gastronomiche di Davide Scabin del Combal Zero di Rivoli (Torino) o assaggiando all’Enoteca uno delle 200 etichette in degustazione.
Da segnalare, in proposito, l’uscita della nuova Guida Slow Wine 2011, con 2.100 cantine visitate e i relativi “giudizi». Che tali non sono in senso stretto. La nuova linea è: piccoli racconti di territori, di viti e di vini. Uno dei punti di forza del Salone del Gusto restano i Presidi. Il senso dell’iniziativa è quello di far conoscere e quindi salvare, attraverso aiuti concreti, i prodotti che rischiano di estinguersi, assième alla memoria storica della Terra. Nel corso degli anni, i Presidi promossi da Slow Food hanno raggiunto quota 288 (182 italiani, 106 internazionali da 46 Paesi). Ed ecco, in questa edizione, affacciarsi l’Est, con gli alimenti e le lavorazioni antiche. Ne citiamo alcuni; Presidio del Branza de Burduf, formaggio (Romania); Salsiccia di Manganica Kiskunsag (Ungheria); Pecora Karakachan (Bulgaria); Fundatia Adept Transilvania, confetture dei villaggi sassoni (Romania), Summer Presents, produttori di conserve (Russia); Vini georgiani (Georgia), Slatko di fichi selvatici (Macedonia).
Per i gourmet: i Laboratori del Gusto (indicati nel programma, da prenotare), cioè le famose degustazioni guidate di Slow Food, con traduzione simultanea italiano - inglese. Al Teatro del Gusto, i piatti simbolo di chef italiani e internazionali, che svelano i segreti delle loro ricette. Atmosfera più intima, infime, è riservata agli Incontri con l’Autore e ai Laboratori della Memoria: vini prestigiosi e prodotti esclusivi, incontrando da vicino grandi personaggi.

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