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Corriere Della Sera

In un algoritmo il giorno del vino (quasi) perfetto ... Lo studio Così si deciderà quando fare la vendemmia. Gli esperti sul Brunello di Montalcino: quella del 2006 è un’ottima annata... Produrre il miglior vino possibile. Quale viti- cultore appassionato non ha questa ambizione? L’enologia si evolve, fa discutere, talvolta divide, tuttavia l’eccellenza resta il traguardo. Come ottenerla? Certo, il vino perfetto non esiste. Ma oggi, pur rispettando la specificità di ogni cru, si può metter in bottiglia il vino ideale. Lo dice una ricerca sulla prevedibilità dell’annata, che sarà illustrata il 19 febbraio, a Montalcino, tra dibattiti e degustazioni, durante l’annuale evento “Benvenuto Brunello”.
Sono settimane i cui i grandi vini escono dalle cantine e i critici cominciano a stilare le prime classifiche. E non è uno scherzo: le etichette blasonate (Brunello, Barolo, i fratelli nobili) muovono mercati internazionali, attirano investimenti. Date le premesse, il modello scientifico annunciato assume una valenza significativa. Ne parla il professor Attilio Scienza, presidente del corso di laurea in Viticoltura ed Enologia presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Milano, relatore, con altri esperti, di questo studio sulla prevedibilità della vendemmia Dal quale deriva la possibilità di annullare in anticipo le alterazioni in vigna e di programmare il giorno della raccolta, nelle diverse zone di Denominazione. “Così i produttori - spiega Scienza - sono in grado di ottimizzare la composizione chimica dell’uva, in modo da produrre in tutte le annate un vino adatto a un lungo invecchiamento. Evitando le sovramaturazioni che spesso tolgono finezza al vino, facendolo diventare troppo alcolico”. E se ne giova anche il colore, che resta stabile nel tempo, durante la conservazione. “I vignaioli francesi, per avere il massimo dai loro cru, seguono queste linee”, nota. I produttori di Brunello che aderiscono al Consorzio di Tutela (circa 250, con 6.500.000 bottiglie annue) sono interlocutori ideali, poiché dispongono di un archivio dettagliato e di lungo corso. Scienza, in estrema sintesi, rende l’idea di come si formula la diagnosi: “Attraverso il risultato di un algoritmo (che considera i dati relativi alla fase prevendemmiale) si può conoscere con un mese di anticipo quale sarà il giorno della vendemmia, fissando anche un grado alcolico probabile del vino che si vuole ottenere. L’attendibilità del metodo varia secondo la zona “Montalcino è un ambiente ideale - afferma il professore - Sia per la ricca banca dati, sia perché visi coltiva un solo vitigno, il sangiovese. E, malgrado la sua orografia discontinua, ha un clima temperato caldo. Infine, la composizione fisica del suolo che non espone mai la vite a gravi rischi di siccità”. Dunque, c’è una carta in più per la viticultura italiana. L’annuncio di Montalcino riporta sotto i riflettori un territorio che ha ripreso smalto dopo aver superato la crisi del 2008 (quando scoppiò la bagarre sull’infrazione del Disciplinare del Brunello) con i suoi 3.000 ettari di vigneti, concentrati in un solo comune, un giro d’affari di 10 milioni di euro e 40 milioni di indotto turistico. Per inciso, i primi giudizi emessi dagli esperti internazionali sul Brunello 2006 in degustazione, sono ottimi. Le vigne di Montalcino hanno un appeal senza pari. Non a caso alcuni importanti produttori del Nord “diversificano” mettendo radici in questo terroir.

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