02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriere Della Sera

La nuova vita del Prosecco. “Troppe vigne, numero chiuso” ... Il Doc a 150 milioni di bottiglie, i timori che possa svalutarsi... Vinitaly. Inaugurata a Verona la 45esima edizione della rassegna con 4 mila aziende... Euforia da Prosecco. Gasati come le bollicine, i produttori di questo vino in ascesa, forti dei dati export (in media il 10% in più) fino ad evocare, da parte di alcuni, la concorrenza internazionale allo champagne (ma le due etichette non sono paragonabili) per volumi di produzione e quote di mercato, ora tirano il freno. Con un dubbio, che serpeggia tra gli stand della 45esima edizione del Vinitaly, inaugurata ieri a Verona: il moltiplicarsi dei vigneti, la forte crescita del numero di bottiglie, non si rivelerà, in prospettiva, un boomerang? Il timore è che il surplus di offerta faccia crollare i prezzi e danneggi l’immagine dello stesso prodotto. Certo, la nuova avventura, cominciata circa un anno fa con la delimitazione della zona produttiva e il varo della Docg, ha bloccato le velleità di chi, in Europa, avrebbe potuto vinificare altrove un analogo prodotto, chiamandolo Prosecco. “Per contro - riflette Enrico Martellozzo, patron di Bellussi - si è notevolmente allargata l’area della Doc, spalmata su due regioni, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, e 9 province. Risultato? Quest’anno sono entrati nel mercato 400.000 ettolitri in più. Ancora: oggi si producono 60 milioni di bottiglie di Prosecco Docg, in collina, nel territorio di Valdobbiadene. Mentre le Doc toccano quota 150 milioni. La previsione complessiva per il 2013 è di 340 milioni di bottiglie. Una follia!”. Urge, allora, la tutela di un vino di successo che rischia di svalutarsi. Altrimenti, addio anche al Prosecco-shire, progetto di turismo enogastronomico, vagheggiato dai vignaioli più ambiziosi e dalle stesse istituzioni. Franco Manzato, assessore all’Agricoltura della Regione Veneto lancia così lo slogan “vigne chiuse”. Propone cioè di bloccare, dal prossimo dicembre, la piantumazione di altri vigneti del Prosecco, onde evitare la proliferazione selvaggia di questo vitigno. L’idea è accolta con favore da chi scommette sulla qualità; i nuovi arrivati (i cui filari si estendono per lo più in pianura), invece, hanno interessi diversi. “Sto con l’assessore - osserva Gianiuca Bisol che nei primi tre mesi del 2011 ha registrato 82 per cento in più di export -. Il trend è troppo euforico, bisogna rallentare. Dobbiamo tenere la situazione sotto controllo”. È d’accordo Giancarlo Moretti Polegato di Villa Sandi (“Non possiamo inflazionare il prodotto, si rischia il crollo”), mentre Ettore Nicoletto, ad del Gruppo Santa Margherita, paventa che l’inflazione “possa danneggiare anche l’immagine della zona storica del Prosecco, il cuore della Valdobbiadene (5.500 ettari vitati), dove il top si chiama Cartizze”. Per inciso, il prezzo basso del Prosecco Doc, che ha determinato l’entusiastica accoglienza tra la massa dei consumatori stranieri, è distante ma non troppo dal prezzo delle bottiglie Docg. La confusione, per i non intenditori, è dietro l’angolo. “La denominazione deve rimanere la punta di diamante del settore”, dice Etile Carpenè, presidente della Carpenè Malvolti, l’azienda più antica. E cita i dati di uno studio del professor Marco Boatto dell’Università di Padova: “Nel 2009, tra Doc e Igt, la superficie vitata era di 15.300 ettari. Le proiezioni per il 2015 indicano un’estensione di 28.800 ettari (tra Doc e Docg), rappresentati da 6.120 aziende vinicole, 301 viniflcatori, 354 imbottigliatori”. Si preoccupa Fulvio Brunetta, presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc: “Le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia devono firmare in fretta il Decreto sul Controllo del potenziale viticolo”. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, pur favorevole al numero chiuso, punta al consolidamento della produzione. E afferma: “Con la quantità e la qualità, il Prosecco è in grado di aggredire anche il mercato dello champagne”. Molto discutibile.


60. I milioni di bottiglie di Prosecco Docg prodotte all’anno. Quelle Doc sono invece 150 milioni.

+10%. È l’incremento delle vendite export del Prosecco rispetto allo scorso anno.

3,9. In miliardi di euro il valore dell’export italiano nel 2010 per il vino in generale. Segna un +11,7% rispetto al 2009.

5. I milioni di visitatori che scelgono l’Italia come viaggio enogastronomico. Un giro d’affari di più di 4 miliardi.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su