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Corriere Della Sera

Londra vende la cantina storica. All’asta lo Château della Thatcher ... I vini collezionati sono 40 mila. Il ricavato per finanziare le cene di Stato. Enologia. Tra le bottiglie pregiate del governo britannico anche quelle sequestrate ai nazisti ... Obama dovrà accontentarsi di un buon vinello ma il pregiatissimo Château Latour del 1961 o l’altrettanto divino Château Petrus del 1978 resteranno blindati nelle cantine del governo di sua maestà, vicino a St. James’s: sono destinati all’asta del migliore offerente. Così, nella sua prima trasferta dopo la cattura e l’uccisione di Bin Laden, il presidente americano non potrà celebrare il suo trionfo militare e brindare con David Cameron e con la regina alzando un calice di quei rossi francesi che valgono un occhio della testa. Basta ricordare la gara al rialzo di qualche tempo, nella sede di Christie’s a Hong Kong: proprio un lotto di 12 bottiglie di Château Latour 1961 fu venduto a 170 mila dollari americani, la bellezza di 120 mila euro o, visto che siamo nel Regno Unito, di 104 mila sterline. Un record. Fatti un po’di conti significa circa 14 mila dollari a boccia (poco meno di 10 mila euro e di 8.700 sterline): un bicchiere vale più dello stipendio di una maestra, di un professore di scuola, non parliamo di un ricercatore universitario. Be’, per Obama, che arriverà qui fra un decina di giorni, non si faranno eccezioni. Non si stapperanno i vini da collezione che in genere nei banchetti di Stato venivano offerti agli illustri ospiti, ad esclusione dell’astemio Sarkozy. Durava da un po’il tiramolla sull’eno-tesoro conservato sotto Lancaster House. Se lo chiedevano tutti, deputati laburisti e deputati conservatori, quanti vetri fossero conservati lì sotto e quali preziose etichette vi fossero appiccicate sopra. Con gli anni, i governi britannici erano riusciti a riempire gli scaffali di 40 mila bottiglie, frutto di regali, investimenti, acquisti, tutte regolarmente catalogate, alcune testate da un “Master of Wine” alle dipendenze del Foreign Office. Adesso che il censimento ha fotografato quale strepitosa cantina giace a due passi da Downing Street l’esecutivo ha preso una decisione: per impedire che la gestione di un tale patrimonio pesi sulle spalle dei contribuenti, per non scaricare sulla collettività i costi e conti dei ricevimenti ufficiali, quelli dove si consumano i rossi da sballo, si procederà a una vendita straordinaria dei pezzi pregiati e con il ricavato si rifornirà il magazzino di vini buoni ma da comuni mortali. Il valore di base delle 40 mila bottiglie è stato stimato in 900 mila sterline (ci sono pure dei banali Merlot cileni da poche monete) che all’asta potrebbero diventare tre milioni (3,4 milioni di euro). Tanto basterebbe per finanziare nuovi acquisti, per pagare le cene di Stato nel corso della legislatura e, magari, di guadagnarci qualche spicciolo. Certo è che se ne andranno molte bordolesi (i vetri classici del Bordeaux) con frangenti di storia appresso: quelle sequestrate nel 1939 nell’ambasciata tedesca allo scoppio della seconda guerra mondiale, quelle di Château Pape Clement spedite dal presidente francese Jacques Chirac per i 50 anni di Tony Blair e per chiudere le feroci polemiche anglo-francesi sulla guerra in Iraq, quelle di Château Margaux del 1961 che tanto piacevano a Margaret Thatcher (“prestava sempre grande attenzione a ciò veniva servito”, ha testimoniato Robert Alexander, che fu responsabile dell’ospitalità governativa). Saranno pure sul mercato i cognac del 1878, quando primo ministro inglese era Disraeli. E chissà, se in segno di cortesia e nonostante tutto, uno sarà posato con cura sulla tavola imbandita a Buckingham Palace per il fine cena di Obama. Potrebbe essere l’ultima occasione. A meno che se ne conservi qualche sorso per i 60 anni di corona che Elisabetta festeggerà il prossimo anno. Comunque la cantina-tesoro si svuota. Con l’austerità si deve essere sobri

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