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Corriere Della Sera

Il Nero d’Avola contro i boss ... Ci sono vini coraggiosi che conquistano il cuore. Come quelli della cantina Centopassi, a San Giuseppe Jato. L’azienda coltiva 60 ettari strappati ai boss di Cosa nostra del calibro di Brusca, che li avevano abbandonati. Due cooperative di giovani che aderiscono a Libera dal 2007 hanno creato vini biologici di qualità. Ogni etichetta è dedicata a una vittima della mafia. Come Peppino Impastato: la sua storia ha ispirato un Nero d’Avola in purezza, forte e deciso, otto mesi trascorsi nell’acciaio e due in bottiglia. Ha 13,5 gradi, le uve crescono nella vigna a spalliera a 500 metri d’altezza nella Corleone di Totò Riina. Equilibrato, sentori di ciliegia e fragola.

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