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Corriere Della Sera

Il Ramandolo del “roccioso” al posto delle bollicine ... Ramandolo è una frazione di Nimis, nel cuore dei Colli orientali del Friuli: una collina, una chiesetta, tanti filari e le ferite rimarginate del terremoto del 1976. E il regno di Giovanni Dri, vignaiolo tenace, a tratti burbero (lui si definisce
“roccioso”). E stato il primo, nell’84, a capire che il Verduzzo tipico della zona poteva conquistare i mercati mondiali partendo da questi vigneti più a Nord e più alti della regione. Ci è riuscito, anche grazie ai consigli di Veronelli che gli suggerì di differenziarsi dagli altri produttori di Verduzzo friulano, chiamando il suo vino con il nome del cru, quello del paesino. Così Ramandolo è diventato la prima Dogc friulana nel 2001. Il Ramandolo (sui 20 euro) è un vino da dessert che può sostituire le bollicine anche con il panettone. E intenso, dolce, color oro, semplice e imperfetto, come lo descrive il vignaiolo. Per nulla tecnologico, schietto come i friulani di queste parti, sempre pronti ad accendere il “fogher”, il focolare al centro della stanza principale della casa, e a offrirti un “tajut”, un bicchiere divino. Il freddo che arriva dalle montagne a fine estate rallenta la maturazione dell’uva e la arricchisce di aromi e di acidità (qui si vendemmia tardi) fino all’appassimento. L’azienda (www.drironcat.com ) è familiare, una mostra nella monastica cantina-capanna ne racconta la storia.

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