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Corriere Della Sera

Ma la qualità va difesa a ogni costo ... L’impianto indiscriminato delle vigne non danneggia soltanto i produttori virtuosi, ma rischia di far sparire - alla lunga - anche la produzione autoctona.
Non capisco perché l’Unione Europea abbia deciso ora di puntare su un sistema che favorisce la quantità a discapito della qualità. Nell’Estremo Oriente, in Birmania soprattutto, i produttori stanno andando nella direzione esattamente opposta, con molti investimenti - anche di imprenditori europei sulla produzione pregiata. Italia, Francia e Spagna riescono a imporsi sul mercato del vino come migliori produttori perché puntano sulla qualità. Del resto è quello che l’Europa ci ha sempre chiesto di fare e che da anni sbandiera. Ora arriva questa modifica. Un grande passo indietro. Che di certo non soddisfa né chi ama sorseggiarsi un bel bicchiere, né chi - come me - fa delle proprie cantine luoghi dove il vino è trattato con rispetto e con la massima cura. È vero: la domanda aumenta, sempre di più Soprattutto in Paesi come la Cina. E anche vero che noi, come Europa, abbiamo bisogno di rispondere alle esigenze di decine di milioni di consumatori. Ma la produzione di massa soddisfa la richiesta puramente numerica, non ha nulla a che fare con il pregio, con il marchio e, nel nostro caso, con il “made in Italy”. Come possiamo noi andare in giro per il mondo a esaltare i nostri vini se l’Ue di fatto decide di non proteggere più la qualità? Se proprio si vuole andare in questa direzione, se proprio si vuole lasciare spaziò all’impianto indiscriminato delle vigne, l’Unione Europea dovrebbe almeno indicare le zone in cui questo si può fare e dove no. Esistono colline poco adatte alla coltivazione pregiata, ma che vanno benissimo per quella più in linea con il consumo di massa. Penso a certe zone dell’Europa dell’Est, ma anche ad alcune nostre colline. Bisogna essere assolutamente chiari: le due cose - vitigni di qualità e vitigni per la massa - non possono essere mischiati, non possono crescere nello stesso spazio fisico. Altrimenti viene meno qualsiasi barriera, qualsiasi differenza. E io, che investo sulla qualità e sull’unicità di ogni bottiglia, a questa confusione non ci sto.

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