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Corriere Della Sera

Vino bianco o rosso, ma sempre più leggero ... Alla vigilia di Vinitaly uno studio analizza come cambia il gusto degli italiani. Uno su due beve a bassa gradazione, apprezzati gli stranieri ... Il vino tricolore bandiera da difendere, prodotto di cui andare orgogliosi. Ne sono convinti 73 consumatori su 100. Ottantotto lo definiscono trionfalmente “il migliore del mondo”. Premessa lusinghiera per il Vinitaly, che si apre domenica prossima, 25 marzo. I dati emergono da una ricerca, commissionata da VeronaFiere a Marilena Colussi, sociologa delle tendenze alimentari, in collaborazione con il CRA (Customized Research Analysis). Obiettivo:fotografare le abitudini degli italiani. D’altronde, al di là dei giudizi degli esperti, delle degustazioni tecniche, il successo di una bottiglia dipende da chi la beve e l’acquista. L’indagine (realizzata, i primi di febbraio, su un campione rappresentativo della popolazione, dai 18 anni in su) rivela che le previsioni di consumo sono quantitativamente stabili; in compenso, cresce l’immagine del vino. Per il 62 per cento dei bevitori - e tali si dichiarano 63 su 100 degli intervistati, 32 si dicono occasionali - il vino fa bene alla salute; nessuno sostiene che va evitato; 4 su 100 pensano che faccia male alla salute. Al netto degli estimatori, si registra una discreta percentuale di astemi (27 per cento), tra cui spiccano le donne (36,8) e i giovani tra i 18 e i 24 anni (55). Emerge, invece, un sostanziale pareggio tra coloro che, in prospettiva, prevedono di bere di più e di meno. Vino italiano al top, dunque. E vero, però, che negli ultimi 12 mesi quasi un terzo dei bevitori ha provato una bottiglia straniera. “Rispetto a precedenti ricerche - nota la sociologa Colussi - l’appeal dei marchi esteri è in crescita. La gente vuole sperimentare le novità, cercando gusti, sapori, emozioni. Inoltre, le etichette straniere oggi si trovano più facilmente”. Un elemento di condivisione, sia tra i bevitori che nella popolazione più in generale, riguarda la qualità: decisamente importante per 7 bevitori su io. Così come la provenienza dei vini (4 su io badano più alla certificazione che al prezzo). Anche l’informazione, il sapere, hanno notevole valenza, specie nel Nord Italia. I bevitori informati sono mediamente più giovani dei bevitori tout court (il 50 per 100 sotto i 40 anni). Ma quali sono i vini preferiti? La tendenza premia i più leggeri, bianchi e rossi in parità: li apprezza il 55 per 100 degli intervistati. Un segmento interessante della ricerca riguarda gli acquisti, con l’emergere del ruolo significativo della grande distribuzione. Il 53 per 100 di chi acquista regolarmente alimenti e bevande (70 per cento del campione) negli ultimi sei mesi almeno una volta ha comprato vino nei supermercati. Seguono gli acquisti presso i produttori (22 per 100), le enoteche (11,6), i negozi (7,2). 11 consumato- re che fa abitualmente shopping nella Gdo chiede chiarezza nell’offerta delle bottiglie esposte sugli scaffali: distinzione per tipologia, identificazione, vitigni, eccetera. Infine, i criteri di scelta: le priorità cambiano con la destinazione d’uso (vino quotidiano, da regalo, per le grandi occasioni), ma resta al primo posto il buon rapporto qualità-prezzo.

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