02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriere Della Sera

Vinitaly, un mondo sempre più grande ... Cento Paesi, cinque continenti.: la manifestazione più prestigiosa è in crescita. L’Italia, seconda assoluta nell’export, punta su eccellenze, novità e un inconfondibile stile ... Se non vi è mai capitato di assaggiare un vino del Kazakistan. O se, così su due piedi, non sapete distinguere un bianco dell’Australia da uno spumante dell’Armenia. O se volete togliervi lo sfizio di stappare un rosso dell’Uzbekistan, c’è solo un modo per fare il giro del mondo delle etichette senza prendere un aereo. Andare alla Fiera di Verona ed entrare a Vinitaly. La manifestazione più importante al mondo, dedicata a vini, distillati (e non solo). Un raduno mondiale delle migliori produzioni dei 5 continenti.
Dal Sudafrica agli Stati Uniti, dalla Francia all’Argentina, dal Brasile all’Azerbaijan, sono un centinaio le nazioni presenti all’edizione 2012, dal 25 al 28 marzo. Sì, quest’anno quattro giorni invece di cinque. Da domenica a mercoledì (invece che giovedì-lunedì). Un cambiamento pensato per favorire i contatti, cioè gli affari, fra espositori e i buyer internazionali. Dice il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani: “Vinitaly 2012 ha rinnovato il format per garantire ancora maggiori opportunità di business alle aziende e sempre più presenze internazionali, come dimostrano l’apertura ai mercati emergenti e l’attenzione ai settori biologico e biodinamico”. Se ci si mettesse a snocciolare i numeri della manifestazione, servire be una montagna di punti esclamativi: 4.200 espositori, 95.000 mq di esposizione, 156.000 i visitatori nel 2011, 2.625 giornalisti accreditati e persino 125 le aziende biodinamiche.
I vignaioli biodinamici, quelli che odiano la parola crittogamico e credono fermamente soltanto in un rapporto a tre (terra, pianta, uomo, e basta) per ottenere il risultato, sono una della grandi novità del 2012. Si potrebbe dire che Vinitaly ha anticipato la Ue, visto che l’Europa ha appena sentenziato che solo fra qualche mese, cioè dalla prossima vendemmia, i vini potranno aggiungere la scritta “biologico”.
Un salone, ma soprattutto un fenomeno, dai grandi numeri. Il vino: l’Italia è fortissima. la nazione che esporta di più, leader mondiale con una quota di mercato del 22%. Valore delle esportazioni italiane: 4,4 miliardi di euro (+12%). Produzione totale: 10 miliardi. Poi ci sarebbe da dire che mentre le esportazioni di vino italiano lievitano di stagione in stagione, per contro si contrae il consumo interno. Oggi gli italiani bevono meno. Ma bevono meglio. Al supermercati calano le vendite di bottiglioni da un litro e mezzo. Aumentano gli scontrini per le bottiglie di qualità, da 5 euro in su. Siamo secondi produttori al mondo (40,3 milioni di ettolitri) dopo la Francia (50,2) che ci ha appena strappato il primato. Non c’è da stupirsi che Vinitaly sia il fiore all’occhiello di Veronafiere, l’ente fiera leader in Italia per manifestazioni organizzate direttamente, che ha ideato il format e organizza il salone. “Il sistema fieristico è essenziale per la crescita del Paese - ha dichiarato Ettore Riello, presidente di Veronafiere e del1’Aefi, l’Associazione Esposizioni e Fiere Italiane - Veronafiere presidia con le sue manifestazioni il 45% del settore relativo all’agroalimentare, con Vinitaly fondamentale per la promozione del vino in Italia e all’estero” Anni luce sembrano passati dalla prima edizione di Vinitaly che, nel 1967, si chiamava “Le Giornate del Vino”. 11 vino era una declinazione del settore agricolo, altro che eccellenza e glamour come ora. “Oggi il vino è un simbolo internazionale del made in Italy”, dice Elena Amadini, responsabile Food and wine di Veronafiere. lei la donna alla macchina di comando di Vinitaly, e con lei una squadra tutta rosa: “Vinitaly è non solo l’eccellenza italiana, la qualità internazionale, ma anche bellezza. Qui il bello è curato nei minimi particolari: dalle luci (rigorosamente bianche) alla simmetria delle linee, dalla grafica coordinata alle piante ornamentali. Bellezza intesa come valore non soltanto formale. Il “kalos kai agathos” (bello e valoroso) greco. Non a caso lo slogan del la manifestazione è “The world we love, il mondo che amiamo”.
I consigli per visitare Vinitaly? Primo (ok, banale): scarpe comode perché c’è da camminare. Secondo, arrivare preparati e documentati. Ci sono tantissime degustazioni, convegni, mostre, appuntamenti: meglio sapere già cosa non si vuole perdere. Terzo: ci sono 4.200 espositori, Im- possibile vederli tutti. Meglio scegliere. Per esempio: tre regioni italiane, due paesi stranieri conosciuti, due paesi sconosciuti e una new entry curiosa (quest’anno arrivano Uzbekistan, Moldavia, Armenia, Azerbaijan). Da non perdere: i vignaioli biodinamici di Austria, Francia, Italia e Slovenia, un minitour alle tre manifestazioni collaterali: Sol dedicato all’Olio, Agrifood Club dedicato alle eccellenze del cibo ed Enolitech con le attrezzature per cantina e frantoio. Altro da mettere in agenda? Le degustazioni guidate e non. Mangiare alla Trattoria dell’Amore gestita dai ragazzi di Don Egidio. Le serate in piazza Bra, nei saloni del Palazzo della Guardia, musica dal vivo, wine tasting e delikatessen come selezioni di formaggi, miele integrale, tigelline e gnocco fritto cucinati a vista: tutte le sere dalle 18 alle 24, degustazioni complete da 8 a 12 euro. Per la cronaca: il salone è riservato agli addetti ai lavori. L’ingresso costa 50 euro. Dopodiché si può girare ovunque, partecipare a degustazioni, convegni, entrare nelle fiere collaterali. Ultimo suggerimento: meglio stanziare due giornate, piuttosto che un giorno “di corsi”. Del resto per fare un giro del mondo serviranno almeno 48 ore, no?

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su