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Corriere Della Sera

Il vino fa audience “Ma è meglio berlo” ... Le strategie di riviste, radiò e siti Internet ... “Il vino non si beve soltanto; si annusa, si osserva, si gusta, si sorseggia e... se ne parla”. Lo disse re Edoardo VII d’Inghilterra, ma sembra né più né meno il manifesto programmatico di chi oggi col vino ci vive senza vendemmiarlo ma, appunto, raccontandolo. Perché col vino di qualità è successo un mezzo miracolo: l’eccellenza ha attirato l’interesse dei media e quello che fino a una decina d’anni fa era un piacere riservato a una ristretta cerchia di appassionati ed esperti, a poco a poco, a forza di articoli, di rubriche in tv e in radio, di blog e di siti web, si è “democratizzato”. E oggi parole come bouquet, cru o millesimato e nomi come Amarone o Sassicaia (ma si può volare anche molto più in basso) sono conosciuti a tanti amanti della buona tavola. Quello cresciuto intorno al vino, infatti, è un vero diluvio di informazioni, pareti, recensioni, consigli spesso discutibili, per districarsi dai quali è più che mai necessaria l’opera di professionisti seri, il cui parere ci aiuta a fare il punto della situazione. Partire dalla carta stampata è quasi d’obbligo. Ha appena spento dieci candeline l’elegante mensile Bibenda, diretto da Franco Maria Ricci, 50 mila copie vendute e una guida di vini in libreria (Duemilavini), con i prodotti di 1.685 aziende: “Abbiamo fatto una scelta audace, spregiudicata direi: non avere pubblicità per essere più liberi e credibili - dice il caporedattore Paola Simonetti - C’è gente che campa sulla critica e la negatività, mentre noi cerchiamo di promuovere quello che vale, senza sprecare spazio in stroncature. Chi da noi non riceve neanche una riga, significa che non la merita”. Un atteggiamento “slow” ha sposato invece Spirito diVino, che con l’insetto trimestrale Fine Spirits adesso si occupa anche di distillati. ”Siamo un bimestrale, quindi non possiamo correre dietro all’attualità. Così puntiamo sull’approfondimento, la lettura, le immagini e ci rivolgiamo a un pubblico di nicchia - precisa il direttore Andrea Grignaffini -. D’altra parte ho l’impressione che anche gli altri media continuino a rivolgersi a un pubblico ristretto, nonostante di vino si parli molto più che in passato. Forse perché l’italiano medio, come per il calcio e la musica, ama poco i critici e preferisce scegliere da solo”.
I decani in radio sono Fede & Tinto, coppia cult di “Decanter”, su Radio2, con tanto di corso per sommelier via etere: “Dieci anni fa siamo stati dei pionieri, ed essendo giovani eravamo guardati con diffidenza dai soliti soloni convinti di detenere il sapere e il sapore dice Nicola Prudente-Tinto -. Noi invece amiamo parlare a tutto l’iceberg, non solo alla punta, facendo immaginare le cose come solo la radio permette. Il vino è di tutti, è una cosa viva, e bisogna far capire che non va tenuto in cantina per secoli in attesa che la figlia si sposi, perché poi la bottiglia si impolvera e la figlia rimane zitella. Molto meglio berlo, purché Io si faccia con moderazione e, meglio ancora, accompagnato a piatti mediterranei”. “Per fortuna si sta smettendo di dare i voti ai vini. La gente è più interessata a cose più utili, vuoi sapere, per esempio, se i solfiti fanno male, non se un vino sa di fragola o di gelsomino - aggiunge Il “Gastronauta” Davide Paolini, l’enogastronomo di Radio24 -. E su tematiche concrete telefonate e sms continuano ad arrivare numerosissimi anche a trasmissione finita”. Ma la nuova frontiera è senza dubbio il web. WineNews, per esempio è un’agenzia di news la cui newsletter è ricevuta da quasi 30 mila professionisti del settore: “In tempi non sospetti abbiamo puntato sulle tecnologie, creando una web tv e mettendo a punto le versioni per cellulari e dispositivi mobili - dice E direttore Alessandro Regoli - È un lavoro che ci siamo letteralmente inventati. E ci soddisfa, perché sosteniamo un settore creativo quanto quello della moda e che ha capito quanto la Rete può farlo crescere”.
“Da bravi giornalisti cerchiamo di arrivare prima degli altri sulla notizia, anche se qualcuno può aversene a male. Ma su Internet conta la tempestività e l’affidabilità - conclude il direttore del sito siciliano www.cronachedigusto.it Fabrizio Carrera, 26 mila utenti registrati -. E poi vogliamo disseppellire i tesori enogastronomici del Sud, che attraverso una sezione in inglese cerchiamo di far conoscere anche all’estero. A proposito, dovremmo imparare dai francesi, che non ghettizzano più vini e gastronomia in pagine e rubriche specifiche, ma li trattano con la stessa dignità della cronaca. E in questo senso anche i grandi quotidiani italiani stanno dando segnali confortanti”.

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