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Corriere Della Sera

L’export rilancia i big del vino. Ricavi in crescita del 9% ... L’indagine Mediobanca. A VinitaIy nasce il primo Osservatorio del settore ... La 46esima edizione del Vinitaly si apre con un record e un annuncio. Il record è quello delle che hanno fruttato 4,4 miliardi alle cantine italiane 2011 (con il valore, +12% che cresce più del volume, +9%). L’annuncio (che ha molto a che fare con il primato) riguarda la presentazione durante la più importante kermesse dedicata al vino italiano Veronafiere da domani al 28 marzo) del primo Osservatorio nazionale dei numeri di Bacco, una struttura che, attraverso un aggiornamento mensile, offrirà in “tempo reale” una fotografia precisa del settore. “Un osservatorio collegato a un centro studi - spiega Ettore Nicoletto, presidente di “Italia del Vino” e amministratore delegato di Santa Margherita - che fornisce analisi per capire l’andamento dei mercati e intervenire con tempismo”. L’idea è venuta al Consorzio Italia del Vino che dal 2009 raggruppa li tra le più importanti realtà vitivinicole nazionali (Banfi, Drei Donà, Ferrari, Gancia, Gruppo italiano vini, Marchesi di Barolo, Medici Ermete, Santa Margherita, Sartori, Terredora, Casa vinicola Zonin) con l’obiettivo di migliorare la competitività del settore e di organizzare iniziative promozionali all’estero, grazie anche all’utilizzo dei fondi messi a disposizione dalla Ue (il bilancio 2011 è di azioni finanziate per 33 milioni di euro, il 50% a carico dell’Europa). Ma il progetto è piaciuto così tanto all’Unione italiana vini (l’organizzazione del settore) che ha deciso di farlo proprio allargando così base dati su cui l’Osservatorio può fare affidamento. In un settore, strategico per la bilancia commerciale che però paga spesso l’eccesso di individualismo (e la diffusione di dati non proprio coerenti), è fondamentale la possibilità di utilizzare strumenti manageriali e a disposizione di tutti. La conferma che quella del vino tricolore sia una golden age (anche se sudata), soprattutto sul fronte esportazioni e nonostante la crisi che impoverisce il carrello della spesa, viene anche dall’indagine annuale di Mediobanca (sui 107 maggiori produttori): le grandi aziende del vino italiano sono tornate a livelli pre-crisi, a partire dagli utili netti che tra il 2009 e il 2010, sono cresciuti del 106% a 138 milioni di euro totali. E in una sorta di “trimestrale di cassa”, WineNews (uno dei più autorevoli siti di comunicazione del vino italiano) prospetta buone performance anche per il 2012: il 90% del campione intervistato mette a bilancio una crescita delle vendite del +9%, e solo il 10% dichiara una stabilità sulle performance dello stesso periodo del 2011.
A trainare i fatturati (raddoppiati nel 2011 a fronte di consumi nazionali in costante flessione) l’export: i preconsuntivi 2011 calcolati da Mediobanca indicano un incremento del fatturato del 9,2%. Tra i mercati esteri, l’Ue assorbe il 55,2% delle esportazioni (+ 13,8%), il Nord America il 33,4% (+6,3%) l’Asia e l’Australia il 4% (+ 19,9%), l’America Latina l’1,3%. Ne sa qualcosa la Casa vinicola Zonin che ha aderito da subito al Consorzio Italia del Vino (“un approccio manageriale al mercato paga e pagherà” dice Francesco Zonin) ma che è andata oltre seguendo l’esempio dei big mondiali del vino e investendo direttamente nella distribuzione nei Paesi più importanti. E dopo Zonin Usa e Zonin Uk, ha di recente acquisito quote del distributore a Tokio e sta guardando con attenzione a Cina e Brasile. Per Matteo Lunelli, presidente di Ferrari (che nonostante la flessione è riuscito a crescere anche sul mercato interno +3%) l’amore per lo stile di vita italiano a determinare il nostro successo sulla scena internazionale. E per il presidente delle bollici ne la strategia vincente è affianca re il vino all’eccellenza del made in Italy: quindi con Zegna in Cina, con Prada al Metropolitan Museum di New York. Della serie l’unione fa la forza.


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