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Corriere Della Sera

La famiglia anti crisi. Un italiano su tre resta con la mamma ... In casa due terzi degli under 29 ... Chi ha mamma non piange, si dice. E soprattutto ha un pasto gratis assicurato e non paga l’affitto. Con la crisi che incombe, gli italiani sono bamboccioni per necessità. Uno su 3 abita con i genitori: il 31,1 per cento con mamma, il 30,1 pure con papà. O comunque si tiene a distanza di sicurezza: un altro 28,1 sta a meno di 15 minuti a piedi, il 14,2 da portone a portone ci mette mezzora al massimo, il tempo di mettere su l’acqua e buttare la pasta. Ce lo racconta uno studio di Coldiretti e Censis (“Vivere insieme, vivere meglio”) che spiega come l’austerity abbia (ri)attivato “la rete di protezione familiare caratteristica dell’identità nazionale”. Il 60,7% dei giovani tra i 18 e i
29 anni vive con chi l’ha messo al mondo (e il 26,4 abita a meno di 30 minuti). Ma tra i mammoni per forza c’è anche il 23% di chi ha tra i 30 e i 45 anni (il 42,5 invece abita nei paraggi) e un insospettabile 11,8% tra i 45 e i 64 anni. Nel linguaggio più tecnico del rapporto “l’evoluzione delle funzioni socioeconomiche, con il passaggio alla famiglia soggetto di welfare, spiega anche la tendenza a ricompattare, in termini di distanza dalle rispettive abitazioni, i vari componenti, anche quando non coabitano”. Spiega Sergio Marini, presidente Coldiretti che “spesso la struttura della famiglia, considerata superata, si dimostra fondamentale per non fare sprofondare nelle difficoltà moltissimi cittadini. La solidarietà tra generazioni è un modello vincente per vivere e stare bene insieme e non un segnale di arretratezza sociale e culturale come molti si ostinano ad affermare”.
Potesse scegliere, oltre un italiano su due (54%) preferirebbe risiedere in un luogo dove le persone si conoscono, si frequentano e si aiutano, e pensa che appartenere a una comunità significhi stare meglio e migliorare la propria qualità della vita. Un 28% sente di avere già questa fortuna e la percentuale sale al 47% nei piccoli comuni con pochi abitanti. E il classico elogio della campagna: aria buona, cibi sani, vita senza stress. Un altro studio, sempre della Coldiretti, su dati Ismea, dice che la congiuntura ha svuotato i carrelli della spesa (-7% latte, -5% olio, -4% il pesce) e che una famiglia spende al mese più di benzina (120 euro) che di carne (110) o di frutta e ortaggi (83 euro). Un litro di super costa quanto un chilo di pesche. Quando fanno le provviste, però, oltre l’8 per cento degli italiani preferiscono comunque il negozio sotto Casa. O nel quartiere. In cerca di quella familiarità affettuosa che possono offrire il fruttivendolo o il bottegaio rionale assai più che il supermercato. “Il desiderio di costruire rapporti umani e di condividere paure, desideri e speranze sono più importanti del conto economico” documentano i sondaggisti. Fare compere “tra amici”
piace specialmente ai 7,4 milioni di single (cresciuti del 26% dal 2006 al 2011). E diventa il momento più social della giornata, più che la parrocchia, lo studio medico e la palestra.

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