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Corriere Della Sera

Brunello sulle vie del caffè ... Alla conquista del mondo, con i piedi ben piantati nella terra. Gli imprenditori del vino italiano stanno cercando nuove strade per crescere senza smarrire l’identità. Lo dimostra la vitalità del Vinitaly che si chiude oggi. Non solo per numero di visitatori (ne sono attesi 140 mila) e per l’accordo con Expo Milano 2015. Ma per l’alto tasso di acquirenti esteri che si aggirano tra gli stand. Il box in cui siede Riccardo Illy, industriale del caffè e proprietario dell’azienda agricola Mastrojanni a Montalcino, è un ottimo punto di osservazione per capire che aria tira in un mercato che fattura 9 miliardi di euro (più di metà con vendite all’estero). Si discutono e si chiudono contratti con Usa, Cina, Giappone, ma anche con Brasile e Corea del Sud. La forza del nome Brunello aiuta (Mastrojanni quest’anno presenta il buon frutto della prima vendemmia, 2008; notevole il Rosso 2011). L’altra leva è la rete distributiva del caffè. Illy non è ottimista sul futuro: “Abbiamo due freni. Il primo è l’individualismo dei produttori italiani, i sospetti reciproci che frenano gli accordi. Il secondo è l’inerzia della pubblica amministrazione, neppure lontanamente simile alla corazzata francese”. Accanto a Illy stanno comunque nascendo nuove iniziative che fanno sperare in un cambiamento. Per la prima volta un gruppo di grandi aziende sta mettendo in comune i dati sulle vendite. Si chiama Osservatorio del vino: le cantine aderenti (l’iniziativa è dell’Unione italiana vini, oo soci, il 70% dell’export italiano di settore) faranno sapere quando, dove e a che prezzi vendono all’estero. Una rete di dati indispensabili per decidere su quali mercati puntare e con quali iniziative comuni. E accanto alle medie e grandi aziende si muovono anche i piccolissimi, come “Vini delle piccole isole”, un mini gruppo di 12 guardiani delle vigne circondati dal mare del Tirreno e dal Canale di Sicilia. Mondi lontani che possono partire con nuovo slancio alla conquista dei mercati del mondo.

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