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Corriere Della Sera

Dalle Alpi all’Etna, i 15 vini dell’estate (e il nuovo gusto americano) ... “Scesi per la prima volta nelle nostre cantine e il mastro cantiniere controllò un altra volta le riserve di vino, di cognac e degli altri distillati, mi spaventai, quella era una cantina tanto rifornita”, intere pareti di bottiglie di “tutte le marche possibili, che il maitre accarezzava con tanto amore”. Come il protagonista di “Ho servito il re d’Inghilterra” di Bohumil Hrabal, Monica Larner sta visitando la cantina Italia. E’ la nuova corrispondente di Wine Advocate, la rivista del vino che più orienta gusto e acquisti degli americani. L’ha voluta Robert Parker, il critico che viene elogiato o attaccato da fronti opposti con lo stessa definizione, “imperatore del vino”. Monica, gioviale ed entusiasta dei nostri autoctoni, ha le idee chiare sulla sua missione italiana con base in un vicolo del Rione Monti a Roma: “Far conoscere sempre di più agli americani quello che nessun altro Paese al mondo possiede, una straordinaria ricchezza di vini diversi, lontanissimi dal gusto standardizzato”.
Per la prima volta nella Vintage Chart di Wine Advocate, la tabella con il voto alle annate dei grandi vini del mondo, non compaiono più solo, nella casella Italy, il Piemonte con Barolo e Barbaresco e la Toscana con Brunello di Montalcino, Chianti Classico, Bolgheri. Da quest’anno sono stati inseriti il Trentino Alto Adige (con i bianchi), il Friuli con i bianchi del Collio, il Veneto con l’Amarone, la Campania con il Taurasi e la Sicilia con i vini dell’Etna. “Il gusto è completamente cambiato – spiega Larner - gli appassionati d’America cercano gli autoctoni italiani meno conosciuti. I grandi rossi piemontesi e toscani restano una bandiera, ma questo è il momento è di raccontare anche le altre meraviglie d’Italia, Parker è d’accordo”. Quali sono, secondo Larner, i vini dell’estate dalle 5 nuove zone della Vintage Chart? Dal Friuli: il Tocai Friulano La Vila di Lis Neris “uno dei miei bianchi preferiti, perfetto con gli spaghetti allo scoglio”; poi il Sauvignon di Ca’ Bolani, “nato grazie ai migliori professionisti di Bordeaux, da provare con il frico, il formaggio fritto”; e, di Livio Felluga, il Picolit Riserva, “delicatamente dorato, da abbinare con formaggi stagionati, foie gras, ostriche”. Più a Nord, in Alto Adige, la degustatrice di Wine Advocate ha scelto il Vial, Pinot bianco della Cantina di Caldaro, “che offre più intensità in bocca che al naso e per questo è perfetto da abbinare con pesce spada alla griglia o salmone affumicato”. Poi il Pinot nero di Franz Haas “leggero e con sufficiente personalità e persistenza per abbinarlo a carni bianche”. Il brindisi è trentino: Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, “ miglior vino spumante d’Italia, da bere da solo, oppure accostabile a pesce crudo e tartufi di mare”. La selezione veneta comprende un Prosecco docg, il Rive di Colbertaldo di Adami (“sono un’appassionata di Prosecco, lo bevo spesso con i miei amici con finger food o come aperitivo”); un Soave, il Calvarino di Pieropan, (“longevo, per piatti a base di verdure”); e un Ripasso della Valpolicella, I Progni di Le Salette, (“più leggero del suo leggendario Amarone, può essere accostato a una cotoletta alla milanese”). In Campania, Larner punta la sua scelta estiva su due bianchi e un rosato. Ecco la Falanghina di Donnachiara, “il vino estivo per eccellenza, leggero, e fresco, perfetto con insalata di mare, fritto misto di pesce o con una semplice caprese”. Per crostacei e pesce al cartoccio il consiglio è il Campanaro di Feudi di San Gregorio: “una miscela corposa di Fiano e Greco con profondi aromi di pera, miele, rosa e fini note minerali”. E poi l’Aglianico Lacrimarosa di Mastroberardino, “bella struttura e intensità aromatica, da abbinare a piatti come il risotto con crema di scampi”. Infine l’Etna: con Quota 600 di Graci, “blend di Carricante e Catarratto, da provare con frittata di acciughe e pasta con sugo di triglie”. E anche il Pietramarina di Benanti, “da vecchie vigne ad alberello di Carricante, elegante e minerale, assaggiatelo con gli spaghetti al pesto trapanese”. Quindi il San Lorenzo di Girolamo Russo, un Nerello Mascalese che “mi trasporta tra i paesaggi anneriti del vulcano quando accosto il bicchiere al naso, pura potenza, utile per ricette a base di maiale e salvia selvatica”. “E’ questa l’Italia che voglio raccontare”, spiega Larner, arrivata a Roma a 11 anni da Los Angeles, seguendo il padre che stava girando “Venti di guerra”, mini serie sulla seconda guerra mondiale. Con la stessa meraviglia del personaggio di Hrabal quando scende nelle fornitissime cantine.

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