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Corriere Della Sera

Il Sangiovese “vero” di Nannini elogiato da Farinetti ... “Ho sempre scritto le mie canzoni con un bicchiere di vino e non ho mai fatto un provino senza prima bere”, racconta Gianna Nannini che ieri, non in veste di rockstar ma di appassionata vignaiola, ha presentato la sua ultima meravigliosa creatura in bottiglia che si chiama inNno “sì, con tre enne, quella di mèzzo l’ho copiata dai manoscritti del nonno Guido” e ricorda di quando “da bambina, facevo la vendemmia con gli amici mezzadri e si cantava tutti insieme e respiravo l’odore della mia terra e quanto mi mancava quell’odore quando vivevo a Milano”. ‘E forse nessuno può capirla più di Oscar Farinetti, il patron di Eataly che ieri pomeriggio l’ha ospitata al terzo piano del suo regno gastronomico romano e che nell’attacco del suo libro “Storie di coraggio -12 incontri coni grandi italiani del vino”, a cui la Gianna nazionale ha fatto a sua volta da madrina, scrive così: “Avevo meno di quattro anni. Mio nonno materno, Mario, intingeva il mio ciuccio nel bicchiere di Barbera che perennemente stava sul tavolo di fronte a lui. A dire della nonna la mia espressione era tutt’altro che schifata”.
Ed ecco che nella recensione incrociata e affettuosa Farinetti “figlio del Nebbiolo e cultore del monovitigno”, calice in mano, annusa ed esalta “questo InNno, un vino vero, senza concimi e senza solfiti, ottenuto da due vitigni diversi di Sangiovese, uno del 2007 e uno del 2011”, rivelando con modestia di avere, come produttore “un’anzianità di sole sei vendemmie, pochissime, se ripenso a quello che ha scritto la baronessa Rothschild: il vino è un grande affare, soltanto i primi duecento anni sono un po’ difficili”. E la Nannini, castellana del podere sulle colline senesi, battezzato Certosa di Beiriguardo, mostra orgogliosa le due zolle di terra dove coltiva le uve del Sangiovese e della fatica lette rana dell’amico Oscar dice: “È un libro ganzo, mi è piaciuto, io che di solito leggo molto poco, mi piace perché lui scrive come parla. E parla di coraggio, uno degli argomenti che metterò anche nelle mie prossime canzoni che non ho scritto per me ma per altri. Il coraggio è la voglia di esplorare e di conoscere e di dubitare di quello che sai già: io sono così, mi butto sempre nel buio”. Non quando si tratta di vino però. Le uve raccolte dai due vitigni di InNno, spiega il suo enologo Manuel Pieri, “sono state portate in cantina e vinificate separatamente, perché ciascuna conservasse la sua personalità, per poi essere riunite ad affinare insieme per un anno e più nelle botti di cemento, senza solfo rosa”. Tant’è che, vendute i esclusiva da Eataly, le bottiglie portano anche l’etichetta di Vino Libero, associazione di 12 produttori, 7 regioni e 50 vini a zero solfiti e zero concimi chimici, che ha un protocollo di produzione basato si; sostenibilità, salute e salva” guardia del suolo. Una produzione “pulita” benedetta da Farinetti (che per il libro si è avvalso del palato magico del giapponese Shigeru Hayashi): “Una delk tecniche per evitare la chimi ca è mettere dei dissuasor sessuali così che il parassita maschio si strofina lì invece d fare l’amore e moltiplicarsi”.

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