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Corriere Della Sera

I vini calibro 9 della Franciacorta ... Non ci sono trofei di caccia nel salone affrescato. Né armature, antiche scatole da polvere da sparo, archibugi per la Serenissima, moschetti, doppiette, carabine, fucili d’assalto, pistole a ruota, a pietra focaia, a luminello, a spillo, revolver, semiautomatiche come quella di James Bond. Tutto ciò resta chiuso nel museo privato degli armieri Beretta. A poca distanza dal museo e dallo stabilimento robotizzato di Gardone Valtrompia che produce 1.500 armi al giorno (comprese le pistole usate dalle polizie e dagli eserciti di mezzo mondo), c’è il cuore agricolo della famiglia Gussalli-Beretta. Il mondo delle anni svanisce sulla collina di Monticelli Brusati, in Franciacorta. Non ci sono tracce guerresche, solo vigne e bollicine. Nel salone delle feste sono esposte bottiglie e bicchieri da tutta Italia. Davanti al grande camino con lo stemma familiare (uno sparviere che dà il nome alla cantina) Pietro Gussalli Beretta, 53 anni, indossa una giacca di taglio austriaco: vuole parlare dei suoi vini “di precisione”. Vini calibro 9. Occhi azzurri, cacciatore (“solo in alta montagna”), appassionato di tecnologia, il rampollo della quindicesima generazione della dinastia che arma il mondo dal 1526, descrive affari e nuovi fucili (l’ultimo firmato dal designer Marc Newson), rivoluzionarie centraline che guidano le azioni di soccorso in gruppo, acquisizioni di imprese di ottiche di precisione. La holding nel 2014 ha fatturato 630 milioni di euro. “No, questo è segreto”, risponde Beretta a una domanda su due. Il clima si fa più lieve quando dall’industria si passa al vino. Beretta racconta: “Qui allo Sparviere ci sono 20 ettari di Chardonnay e Pinot nero, produciamo 120 mila bottiglie l’anno. In testa l’Extra Brut, li Dosaggio Zero e il Riserva, che quest’anno ha conquistato i 3 Bicchieri del Gambero rosso. Tutto è cominciato con mia bisnonna. All’inizio c’erano il mais e i vitelli. Mio padre capì che la zona stava cambiando osservando i primi passi di Guido Berlucchi, nostro vicino. Ricordo i primi assaggi delle future bollicine Franciacorta. Allora ci siamo detti: proviamo anche noi”. Così è stata fondata l’Agricola Gussalli Beretta. Ed è iniziata la fase espansiva: “Abbiamo acquistato, nel 2003, 50 ettari vitati a Radda, nel Chianti Classico, con un investimento di 15 milioni”. L’azienda si chiama Castello di Radda (la Riserva Chianti Classico ha ottenuto anch’essa i 3 bicchieri), l’ultima novità è la Gran Selezione. Nel 2007 è stata la volta, a Roseto degli Abruzzi, sulle Colline Teramane, della cantina Orlandi Cantucci Ponno (3 milioni per 26 ettari), con vitigni locali come Montepulciano e Trebbiano d’Abruzzo. L’ultimo acquisto è Corte Masso, in Piemonte. Poco più di 5 ettari a Monforte d’Alba: li Nebbiolo è già pronto, fra poco andrà in bottiglia la Barbera d’Alba, poi toccherà al Barolo. Sono stati investiti 4 milioni di euro, con l’obiettivo di produrre 40 mila bottiglie nel 2020. “Siamo pronti ad espanderci ancora - annuncia Beretta - non cerchiamo produzioni vaste, ma piccole aziende di qualità in zone dogc”. Dal casale seicentesco dello Sparviere, la società Vintrading vende, anche sulla Rete, le bottiglie delle aziende di famiglie e di un gruppo di altre cantine. “La nostra è un’agricoltura di precisione”, dice Beretta, con il gergo che si addice al produttore di armi.

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