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Corriere Della Sera

App, Twitter e “biologico” Le cantine che sono nel futuro ... Cantine prese nella rete. Due numeri, per cominciare, puntati sulla Fiera di Verona: via Twitter il Vinitaly ha 11.400 follower, via Facebook 118.000 like.
E la sintesi del pianeta vino, dove le cantine, perennemente connesse, sono sempre più 2.0.11 94% dispone di un sito (da una ricerca BeSharable tra 3.439 imprese del settore), rafforzato dalla presenza sui social, formidabile veicolo di marketing. Dunque, comunicare per far conoscere e vendere. Ma poiché la platea è mondiale, ecco che, attraverso Internet, i rapporti si tengono come minimo anche in inglese (96%) e in altre lingue europee. Il gap riguarda i nuovi Paesi con forte appeal di mercato. Solo 11 6 per cento delle aziende comunica in cinese, 113% in russo.
11 bello è che la comunicazione può perfino “modificare” la percezione del gusto di un Barolo o di un Brunello. Esagerato? Sta di fatto che nel calendario del Vinitaly figura un Laboratorio sul tema: “Il neuromarketing del vino e le strategia di marketing emotivo per produrre valore nel mondo del vino” (25 marzo). Recenti scoperte neuroscientifiche sarebbero alla base ditale prodigio. Chi partecipa al Laboratorio farà un’esperienza diretta con le nuove tecnologie che misurano le emozioni per valutare la loro influenza su specifiche sensazioni. Le quali andrebbero a modificare la qualità percepita del vino. Ma guai a scambiare il fattore C (comunicazione) come la carta vincente a ogni costo.
Alle spalle c’è la trasformazione concreta, verificabile, delle cantine del futuro. Assodata la sentenza dei grandi viticoltori e dei maestri dell’enologia (“Il buon vino si fa in vigna”), è pur vero che la fase produttiva utilizza sempre di più le nuove tecnologie informatiche. Spesso coincidono con la gestione ecofriendly dell’azienda.
Viticoltura sostenibile, risparmio energetico, riciclo sono le “parole” ricorrenti. Oltre a “biologico”, entrato di prepotenza nel vocabolario del produttore. L’altoatesino Alois Lageder è stato uno dei pionieri del risparmio energetico, con l’uso delle fonti naturali (fotovoltaico, geotermia). Altri hanno percorso e percorrono questa strada. Il Gruppo Santa Margherita con le fonti rinnovabili ha raggiunto la totale autosufficienza energetica. E nella lotta al gas serra, ha ottenuto la certificazione “carbon-neutral” per una parte significativa della produzione. In Sicilia, Firriato, attraverso un sistema di certificazioni, è in grado di quotare la C02 prodotta da ogni singola bottiglia. La cantina “verticale” Masottina (Conegliano Veneto) sfrutta la forza gravitazionale per caduta senza usare le pompe nei processi di vinificazione. A Montalcino (Toscana), la cantina Poggio San Polo (bioarchitettura certificata Casa clima wine) ricicla il 100% dei tappi e utilizza vetri più leggeri al 90% riciclabili. Tappi di sughero, bottiglie e anche etichette. La fantasia nel riciclo non ha limiti. A Enolitech, area del Vinitaly dedicata all’enologia tecnologica, se ne vedranno di ogni. Esempio: il risparmio sul trasporto e lo stoccaggio con l’uso di nuovi pallets riciclabili e biodegradabili in grado di ridurre gli ingombri del 66%. Lo smartphone che interagisce con un’etichetta con microchip come strumento di anticontraffazione. Infine, la viticoltura di precisione che sfrutta le innovazioni per razionalizzare i processi produttivi e ridurre l’uso cli concimi e fitofarmaci. Una vendemmiatrice di precisione monitora le caratteristiche quanti-qualitative in tempo reale durante le operazioni di raccolta e le invia in cantina.

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