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Corriere Della Sera

Il vino che va veloce. Più della Tav ... “Il luogo vale un viaggio in treno. Avete la garanzia di Catullo e la mia”. Quando il poeta americano Ezra Pound, nel 1921, scrive a James Joyce per invitarlo sul lago di Garda, dove “la natura si è fatta metafisica”, non immagina che i binari del treno possano diventare il simbolo di una contesa. Quasi un secolo dopo il treno che si affaccia sul lato meridionale del blu lacustre fa schierare i vignaioli contro il partito dei trasporti.
Il tema è il progetto per l’Alta velocità tra Brescia e Verona, una linea che cancellerà dagli 80 ai 250 ettari di vigne di Trebbiano locale. Da queste uve nasce il Lugana, uno dei bianchi del nuovo successo del vino italiano.
Luca Formentini, 47 anni, è il presidente del Consorzio del Lugana, che raggruppa 150 aziende. È, da sei mesi, un tenace e pacifico anti Tav. Di quelli come lui parlano gli intercettati dell’inchiesta “Sistema”, che ha portato in carcere il gran boiardo Ercole Incalza e ha provocato le dimissioni del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. Dicono gli indagati sui contestatori: “Sono persone perbene, non come gli scalmanati della Val di Susa. Pericolosi… non vogliono la Tav sui vigneti e davanti alle ville”.
Formentini, un pizzetto accennato su un viso da ragazzo, guida l’azienda Selva Capuzza. Il comune è Desenzano, il luogo è San Martino della Battaglia, dove Vittorio Emanuele II e Napoleone III sconfissero l’imperatore d’Austria Cecco Beppe nel 1859. Selva Capuzza, racconta Formentini, “ha un cuore vinicolo e due ali: un ristorante e un agriturismo che fu il primo ad essere stato autorizzato in Lombardia, quasi trent’anni fa”.
Dopo il liceo Linguistico, il giovane Luca si avvicina alle vigne sulle orme del padre Vincenzo, enologo.
“Avevo 19 anni, quarta generazione nell’impresa di famiglia - racconta - la mia è stata una maturazione lunga e lenta. Ero più attratto dalla musica. Fino a quando ho capito che quelle emozioni profonde che trovavo nei suoni salgono anche dalla terra”.

Suona ancora, il chitarrista Luca: Tavole di Flos è il nome del gruppo, musica di ricerca, strumenti auto prodotti con materiali di risulta, tour in musei, festival in Europa e nelle case di intellettuali come Franco Piavoli, il regista di “Pianeta azzurro”. “Un percorso evocativo e emotivo tra musica e vino”, così Formentini parla dei suoi ultimi tre decenni, fino all’acquisto di Visconti, marchio storico del Lugana (“per proteggerlo dall’inquinamento di identità”). Ora produce 450 mila bottiglie con 45 ettari (tra i Lugana svetta il suo Riserva Menasasso, sapido e morbido).
Il musicista-vignaiolo ha visto raddoppiare il mondo del Lugana attorno a lui: i 700 ettari di una dozzina di anni fa sono diventati 1.300, tra le province di Brescia e Verona. Sono nate molte piccole aziende, le medie sono diventate grandi. Nomi noti nel tempo e altri più recenti: Ca’ dei Frati, Ca’ Lojera, Citari, Fraccaroli, Le Morette, Montresor, Ottella, Pasini, Provenza, Tommasi, Zenato. Più di 12 milioni di bottiglie, 7 su 10 vengono esportate, soprattutto in Germania.
Cosa ha portato a questa crescita? “Non è stata una operazione di mercato, non abbiamo studiato a tavolino un prodotto. È il mercato che ha scoperto questo vino. Il turismo sul Garda è cambiato, un tempo la destinazione era scelta anche per questioni di vicinanza dagli italiani e dagli stranieri del Nord - riflette Formentini - ora molti cercano hotel e ristoranti di qualità. Qui hanno trovato il Lugana, e l’hanno fatto conoscere a casa loro, ai loro amici”. Questa zona doc potrebbe essere presto attraversata dalla Tav.
“I 9 chilometri tra i vigneti del Lugana faranno risparmiare ai viaggiatori verso Venezia 5 minuti - spiega Formentini - noi proponiamo di potenziare la linea ferroviaria storica per preservare una zona sotto la protezione dell’Unesco e non compromettere l’equilibrio tra agricoltura e turismo sul Garda. Mi sono dedicato a questa battaglia con molto cuore, abbiamo coinvolto associazioni e Comuni anche di diversa fede politica. L’inchiesta “Sistema” adesso sta dimostrato quali interessi ci fossero dietro grandi opere come questa. Ora abbiamo qualche speranza che passi la nostra proposta alternativa”.
Ezra Pound (e Catullo) approverebbero.

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