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Corriere Della Sera

Sei liceali su 10 confessano (almeno) un’“abbuffata alcolica” ... L’allarme da uno studio sui ragazzi del Lazio. Crescono consumo e abuso, due su 100 bevono ogni giorno ... Si chiama “binge drinking” ed è la moda diffusa tra i ragazzi di bere alcolici uno dietro l’altro nella stessa sera, una sorta di “abbuffata alcolica” per “sballarsi e andare via di testa”. Il 60% dei liceall del Lazio dichiara di aver partecipato all’abbuffata almeno una volta. Ma l’uso e soprattutto l’abuso di alcol tra i giovanissimi sono in aumento in tutta Italia.
Una ricerca finanziata dalla Fondazione Roma e realizzata dalla Fire (Fondazione italiana ricerca in epatologia) ha chiesto le loro abitudini in fatto di alcol a 2.800 liceali tra i 14 e i19 annidi Roma, Latina e Frosinone. “I risultati sono molto forti”, spiega Antonio Gasbarrini, docente di gastroenterologia alla Cattolica di Roma e autore dello studio: “Lo stile di vita dei nostri adolescenti è ad alto rischio, cattiva alimentazione e tendenza all’abuso di alcol sono i dati emersi in questi mesi di lavoro”. Basti pensare che il 70% degli intervistati dice di bere saltuariamente, il 28% qualche giorno a settimana, il 2% tutti i giorni. 119% tra i i8 e i
20 anni è già alcoldipendente. L’Oms ha contato 775 mila consumatori a rischio, cioè un ragazzo su e una ragazza su 6:11 3,5% dei maschi e il 2,2% delle femmine dichiara di bere per ubriacarsi. Non solo. Emanuele Scafato, presidente della Sia, Società italiana di alcologia dice che circa 1117% di tutte le intossicazioni alcoliche arrivate in pronto soccorso coinvolge ragazzi con meno di 14 anni.
E poi ci sono Te “abbuffate alcoliche”: “Hanno lo scopo di ottenere un’ubriacatura nonché la perdita di controllo - sottolinea Gasbarrini -, diventano un fattore di rischio importantissimo per lo sviluppo sia di problemi alcol-correlati che di alcol dipendenza”. L’alcol, dice Scafato, “è una gateway drug, una droga ponte a basso costo legalizzata e normalizzata: in Italia è la prima causa di morte tra i giovani, tra neoplasie e incidenti alcol-correlati”.
11 problema è prima di tutto culturale: “L’educazione su uso e abuso arriva dalla famiglia - dice Ferruccio Bonino presidente Fire -: io non faccio bere alcol ai miei figli”. Ma “c’è un mondo liquido costruito dagli adulti- aggiunge Scafato - in cui bere è bello, fa bene, migliora la vita: dire “bevi responsabihnente” è sbagliato e ambiguo e l’alcol non ha alcuna proprietà salutistica”.
A ottobre il ministero della Salute lancerà le linee guida sull’alcol: zero per chi ha meno dì i8 anni, un bicchiere per le donne, massimo due per gli uomini. Dice Ranieri Guerra, direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero: “Serve però un intervento a gamba tesa sulla scuola, fin dalle elementari, per far conoscere subito fin da piccoli i rischi dell’alcol; ma credo pure in una comunicazione tra pari:
“arruolare” nelle scuole studenti che parlino ai loro compagni affinché il messaggio sia accolto meglio”. E Gasbarrini:
“Si spendono 165 milioni di euro l’anno per dire che l’alcol è bello, quanto si spende invece per la prevenzione?”.
Il nostro dovere, conclude Emanuele Emanuele presidente della Fondazione Roma, “è supportare i nostri giovani per accompagnarli a vivere momenti di divertimento sano e consapevole”.

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