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Corriere Della Sera

Giovanni Geddes de Filicaja. L’alleanza dei super vini ... La scommessa si è concretizzata a metà degli anni ‘80 e da tempo è
una scommessa vinta: le
bottiglie di Ornellaia
raccontano la Toscana nel mondo e la storia di un investimento di successo. Così oggi la celeberrima etichetta, nel gruppo Marchesi de’ Frescobaldi, rilancia con il progetto “Archivio storico” in collaborazione con Sotheby’s, che batterà all’asta bottiglie di particolari annate del vino, e con l’idea di un’alleanza di tutti i “super tuscan” per conquistare i mercati stranieri.
“È la prima volta in Italia - spiega Giovanni Geddes da Filicaja, amministratore delegato di Ornellaia - Con Archivio storico mettiamo in vendita bottiglie di annate mai uscite prima dalla nostra cantina, con il valore aggiunto per i collezionisti di una etichetta dedicata. Noi abbiamo sempre tenuto una piccola scorta di bottiglie e la prima asta sarà il 27 febbraio a New York: un’occasione unica, nato che solo per l’occasione metteremo in vendita bottiglie di particolari annate, in numero limitatissimo”. Una scelta nata da più esigenze. “E il mercato che spinge per aste di vini di vendemmie importanti e abbiamo anche voluto sottolineare la nostra presenza, la grande capacità di invecchiamento dei nostri vini - afferma il manager - Rispetto al Bordeaux abbiamo due vantaggi: un territorio più a sud e un mare più caldo, cosa che fa i nostri vini più piacevoll da bere alla loro uscita dopo 3/4 anni dalla vendemmia, mentre i Bordeaux crescono col tempo. I nostri vini invecchiano altrettanto bene e vogliamo dimostrano”. Gli investimenti sul vino di qualità hanno tempo di ritorno medio lunghi - serve una cantina, la prima vendemmia arriva 5 anni dopo l’impianto di nuove viti, occorre investire sulla distribuzione e sulla comunicazione - e per Geddes da Filicaja, che ha alle spalle esperienze col gruppo francese Remy Cointreau, con la Marchesi Antinori, con la Gancia e daI 1996 nella Marchesi de’ Frescobaldi, si può fare di più. “Sul versante della promozione certamente, lavorando su due livelli. La denominazione, che permette di far conoscere il territorio e vini posizionati su diversi mercati e fasce di prezzo, e il livello della grande qualità, unendo vini della stessa filosofia. Ornellaia fa parte di Alta gamma l’associazione del Made in ltaly che era presente anche all’Expo di Milano e che unisce le eccellenze di settori diversi. Ma forse è più facile unire i vini top di gamma che i vini toscani. Tra i migliori al mondo cinque sono toscani, Ornellaia, Sassicaia, Tignanello, Masseto, Solaìa: mi piacerebbe che stessero insieme, sarebbe logico ed interessante da studiare”. Un’alleanza al vertice del gusto per dominare i mercati internazionali. Ma come possono competere sui mercati internazionali anche le piccole eccellenze del vino toscano? “Il segreto è uno, puntare sul valore aggiunto della qualità. Le nostre bottiglie sono posizionate nella fascia alta (un Ornellala in Italia costa io euro, a New York 250 dollari) ma cresce la domanda di qualità anche nella grande distruzione: è salito il consumo del vino sopra i 5 euro nei supermercati ed è in calo quello sotto i 3 euro. Resta il problema che siamo il primo Paese al mondo per volumi di vino prodotti ma il secondo per valore di fatturato, e ben lontani dalla Francia”.
il reddito da vino non è più solo la vendita di bottiglie. “Come Omellaia non puntiamo, come le piccole aziende, all’agriturismo o ai pernottamenti. E anche le visite guidate, le degustazioni per noi sono un modo di far conoscer il nostro prodotti, il territorio, di fare cultura più che un business, ma è vero che rispetto a 15 anni fa è cresciuto enormemente il giro di affari legato al vino, al cibo, al territorio”. Resta l’apparente paradosso di un mercato legato all’export ma che fa del legame tra vino e territorio la sua forza: “L’Italia è fondamentale non solo in termini di mercati, per Ornellala rappresenta il 26% delle vendite, ma come punto di riferimento per chi ama il vino, per il turismo di qualità, a cui noi possiamo offrire i nostri territori più città come Firenze... Occorre presidiare con forza il turismo di élite - aggiunge Geddes da Fiicaja - ed essere contemporaneamente presenti sui mercati esteri, li nostro principale è il Nord America, seguito dall’Europa dove Paesi come la Svizzera hanno grandi margini di sviluppo sui vini di alta qualità. I nuovi mercati? Crescono, ma in Asia l’Italia pesa solo per il 7% dei vini importati contro il
47% della Francia”.
Cosa beve Geddes quando non beve Ornellaia? “Mi piace “girare il mondo”, bere Bordeaux da collezione, Pinot prodotto negli Usa, i nostri Brunello”. Quale grande chef chiamerebbe per una cena con Orneliala? “Gualtiero Marchesi è e resta il primo grande chef. E poi Massimo Bottura”. E se dovesse scegliere un vip a cui far scoprire Ornellaia? “Il premier Renzi - sorride Geddes da Filicaja - ci ha fatto un grande favore, regalando una bottiglia di Ornellaia al presidente americano Obama; e lo abbiamo saputo solo dai giornali. Di più non posso chiedere”. Ornellala è nata dal progetto di Lodovico Antinori, che impiantò vitigni francesi a Bolgheri ed è passata poi ai Frescobaldi grazie alla volontà del marchese Vittorio (che ha portato anche Geddes nel gruppo fiorentino). Geddes ricorda: “E uno dei casi in cui il vino ha dato valore al territorio. Bolgheri è diventato famoso grazie a Ornellaia e Sassicaia, come è stato per Montalcino con il Brunello e per riuscire a vincere una scommessa del genere serve un grande terreno, una qualità assoluta nella produzione, unita alla qualità globale nella comunicazione, nel marketing, nella creatività: Ornellaia ha avuto successo perché unisce ad una grande qualità un serio marketing orientato al lusso. E fermo restando l’importanza della comunicazione on line, nella Rete, che cresce ogni giorno, per noi è fondamentale raccontare la qualità attraverso un territorio”. La prossima zona che potrebbe seguire le orme di Bolgheri? Geddes da Filicaja non ha dubbi, “è la Maremma del sud”, mentre quando gli si chiede dove saranno nel 2026 vini super tuscan risponde:
“Magari ci saranno altri vini toscani tra i top del mondo, oltre ai cinque che ho ricordato. Anche bianchi: per la prima volta abbiamo prodotto il bianco di Ornellaia, 4.000 bottiglie andate a ruba, entrate nei o migliori vini del mondo secondo Robert Parker”.

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