Corriere Della Sera

Ciceroni per le cattedrali del vino ... Esperti d’arte e in enologia: un tour con le giovani guide in 14 cantine d’autore toscane... Sono cantine, sembrano cattedrali. A volte scavate nella terra, templi invisibili del vino, come il gioiello dei marchesi Antinori, “sepolto” tra le colline di San Casciano Val di Pesa, in quel tratto della provincia di Firenze che declina verso Siena. Oppure s’innalzano, simulando splendenti basiliche, come accade per Rocca di Frassinello firmata da Renzo Piano, che da un colle domina la Maremma e all’alba e al tramonto si trasmuta. E ancora, sui colli di Suvereto (Livorno), c’è “Petra la maestosa”, figlia dell’archistar Mario Botta. Se la guardi in controluce ti sembra un miraggio precolombiano: l’infinita scalinata su fin verso il cielo, le propaggini alate, i misteri dionisiaci. Architettura, vino, paesaggio, suggestioni toscane. Unite nel nome dell’estetica, del gustò e di un turismo diverso. Si osserva incantati e s’assaporano le essenze di tanta meraviglia, racchiuse anch’esse in quei vini. Accompagnati da giovani professionisti, esperti d’arte e architettura, amanti del paesaggio, conoscitori intrinsechi dell’arte enologica. Una nuova professione che proprio qui si sta affermando. Alla cantina Antinori una squadra di guide accompagna i visitatori in un dedalo di conoscenza. Dai filari che ricoprono la super struttura progettata da Casamonti ai locali ipogei, dai tunnel che sovrastano le botti agli uffici dove l’accoglienza diventa comfort e cultura. La parte più “segreta” della cantina è ispirata alle chiese rinascimentali fiorentine, con 3 navate alte più di 75 metri e un profumo indimenticabile. “Ed è qui che ogni anno accogliamo 40 mila visitatori - spiega Alessandra Marini responsabile ospitalità Antinori -. Innamorati del vino, certamente, ma anche strabiliati dalla cultura che emana e dall’architettura di questi luoghi che tutto sublima”. Non è facile entrare nel team. Serve una cultura multidisciplinare, una professionalità trasversale. Guendalina ha studiato lingue straniere (“Qui arrivano da tutto il mondo e a volte il solo inglese può non bastare”), economia, enologia e naturalmente architettura. Perché tutto, vitigni, mosto, vino, locali, paesaggio, è collegato in un olismo perfetto. C’è anche il business. Tanto che la Regione Toscana, con l’assessore al Turismo Stefano Ciuoffo ha appena presentato un progetto per unire in un unico circuito 14 cantine d’autore, firmate dai grandi maestri dell’architettura contemporanea. Un arricchimento delle visite tradizionali. Ponte Vecchio e Chianti Classico, Piazza del Campo e Brunello di Montalcino, Torre Pendente e Sangiovese in purezza di Suvereto. E via verso le altre cantine-capolavoro, monumenti postmoderni, templi del gusto. Che a volte s’incrociano persino con la scienza e l’archeologia. Succede a Rocca di Frassinello, l a cantina di Paolo Panerai progettata da Renzo Piano. Non solo c’è una “scuola” dove si forma personale dedicato all’accoglienza ma si studia, per poi spiegarla ai visitatori, la fisica. “Il progetto di Renzo Piano ha rivoluzionato il processo produttivo - spiega Panerai -. Un esempio? L’impiego della forza di gravità per il riempimento dei tini di fermentazione che evita l’utilizzo di pompe dannose per la qualità del prodotto”. A Rocca s’organizzano mostre e visite dedicate agli Etruschi che qui vissero e continuano a regalare testimonianze. Dalla terra affiorano reperti che sono catalogati e poi mostrati mentre le guide raccontano ai visitatori l’amore degli antichi abitanti dell’Etruria per il vino. A fine maggio, nella cantina sarà inaugurata una nuova mostra, con i reperti trovati, dedicata alla donna etrusca e alla bellezza. Già perché tutto ruota intorno a lei, la Bellezza: del paesaggio, dei vitigni, dell’architettura.