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Corriere Della Sera

Italia-Germania, la partita del vino Le sette etichette del bilinguismo ... Dal Pinot nero a Gewúrzlraminer, l’Alto Adige tra i tifosi di Burgnich e Beckenbauer... Nove italiani e nove te-deschi nella stessa stanza. Ed è subito Italia-Germania 4-3. Una notte di vino, non di calcio. Ma il gioco risveglia nei due fronti i “vigili istinti” di cui parlò Gianni Brera raccontando “sentimenti, gesti atletici, fatti e misfatti” della sfida del 1970 a Città del Messico. Lo spirito dello stadio Azteca rivive in una sala dell’hotel Lusnerhof, a Luson, un’oasi di cirmolo e pietra, con cibi sani e una buona carta dei vini. Franz Hinteregger, mite e infaticabile patron, ha organizzato una degustazione straordinaria per far conoscere i vini altoatesini agli ospiti. Gli italiani fanno gruppo, si schierano in semicerchio: difesa a catenaccio con un sommelier professionista, come un Burgnich pronto alla zampata. I tedeschi scelgono la formazione a tre punte, tre tavoli di-versi. L’arbitro è il sommelier Sofién, un giovane altoatesino dal ciuffo alla Elvis Presley. L’incontro è dedicato alla scoperta di sette vini. Gli italiani elencano, come medaglie conquistate, le bottiglie di Amarone, Champagne e Sauternes stappate a Capodanno. I tedeschi arrancano, uno si è tuffato dopo la sauna in una breccia del laghetto ghiacciato ed è ancora euforico e congestionato. “E la serata del bilinguismo - apre i giochi Sofién - degusteremo in due lingue, ma attraverso il vino riusciremo a capirci. Prima dell’ultimo bic-chiere saremo tutti amici”. Spiega prima in tedesco. La tavolata italiana è diffidente: perché non ha ripetuto quella battuta che ha fatto ridere i tifosi di Beckenbauer? Sofién tira dritto: “In Alto Adige ci sono 5.300 ettari di viti, da 200 a 1.000 metri d’altezza, dal Sud di Salomo al Nord della Valle Isarco, con molti microclimi diversi, zone mediterranee con il vento del Lago di Garda e zone alpine. Le caratteristiche comuni dei vini sono l’acidità e la mineralità”. Calcio d’inizio. i) Pinot nero Metodo classico Pas Dosé 2012, Franz Haas. Partenza di bollicine con il pioniere del Pinot nero tra queste vette. Bollicine di montagna, dal gusto deciso. “Stemperato dal fruttato - dice il sommelier - un vino elegante”. Qualche perplessità tra i tedeschi, gli italiani chiedono il bis. 2) Gaun Chardonnay 2013, Alois Lageder. Cremoso e fresco, profuma di ananas. Lageder è un vignaiolo biodinamico che si dedica all’arte e alla cultura con la stessa passione riservata alla cantina. “Un vino che si può dimenticare in cantina e riscoprire tra anni”, commenta Sofiél. Convince le due squadre. 3) La Rose de Manincor 2015, Manincor. Un bel colore ramato che contiene Lagrein, Merlot, Cabernet, Pinot Nero, Petit Verdot, Tempranillo, Syrah. Profuma di lamponi. L’azienda è quella biodinamica del conte Michael Goéss-En-zenberg, una cantina invisibile sotto le viti. Fine del primo tempo con intermezzo didattico. Una signora tedesca chiede: ma come si fa il rosato? Se-gue lunga spiegazione tecnica. 4) Vigna Kastelaz Gewiirz-traminer 2014, Elena Walch. Un classico tra i bianchi altoatesini nell’interpretazione dorata, speziata e armonica dell’architetto Elena e delle sue figlie. Grande prova. Il bilinguismo pare vacillare: il, sommelier usa la parola “rauich”, fumo, per descrivere un lieve sentore nel bicchiere. Non c’è nulla di affumicato, ribatte il sommelier-Burgnich, una lieve nota di tabacco, semmai 5) Loach 2014, Radoar. Si passa ai rossi. Insolito l’assemblaggio dell’azienda bio, Pinot nero e Zweigelt, un incrocio ottocentesco che viene dall’Austria. Rubino scuro il colore, profuma di spezie e ricorda i frutti di bosco. Le note vegetali non convincono gli amici italiani. 6) Barthenau Vigna Sant’Urbano 2012, Hofstkter. Il goleador della serata è il vino di Martin Foradori. Intenso, senza asperità, lo si attraversa come piroettando su una pista di pattinaggio Amarena, lamponi, vaniglia e tannini stile Borgogna. Consensi collettivi. 7) Cabernet Sauvignon 2007, Peter Zemmer. L’unico rosso ad essere servito con il decanter, roba da supplementari. Caldo, piacevole, balsamico. La tenuta Zemmer, a Cortina sulla Strada del Vino, paesino nella parte meridionale della provincia, non lo produce più. Alla fine i due gruppi restano separati, non nascono amicizie, come aveva previsto Sofién. Nessun vincitore, un’amichevole finita pari. I vini del bilinguismo non hanno sopito i “vigili istinti” delle squadre che scambiano saluti come maglie a fine incontro. Buonanotte, gute nacht.

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