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Corriere Della Sera

Il manager che inventa la birra milanese d’abbazia che sembra champagne … Oscar Severi è partito da una formula medievale “Le nostre sono bollicine (lussuose) di cereali”... Una birra - champagne. Che costa fino a 200 euro a bottiglia. Piace al campione Alessandro Del Piero e alla stilista Stella McCartney. Si chiama SoàSia, l’azienda è italiana, la Peel Ne, con base a Milano. L’ha ideata Oscar Severi, romagnolo, ex manager di L’Oreal, ora in forza a Sky. Con le sue giacche rosate e azzurre, Oscar Severi sembra uno dei protagonisti del romanzo “Libertà” di Jonathan Franzen. In una giornata qualunque, “davanti allo scattale delle birre vede le lattine che avevano decorazioni diverse, ma che contenevano tutte la stessa bevanda leggera e di scarsa qualità”. Come la famiglia del romanzo, anche Severi ha abbandonato le strade sicure (la birra industriale) e politicamente corrette (la birra di nicchia artigianale) per cercare una nuova frontiera. E ha scelto il mondo delle bollicine francesi come punto di riferimento. Una birra di lusso che sembra uscita da una vetrina di via Montenapoleone: una bottiglia scura che nella forma assomiglia a quella di un famoso Franciacorta e un’etichetta con la scritta “Luxury Beer Milano”. Se la prima idea è di seguire la scia del vino francese, la seconda è un cambiamento radicale del messaggio. La birra è, nell’immaginario del marketing, un oggetto del desiderio maschile, come i film western o la fantascienza. “Io invece ho voluto una birra aliena, versatile e femminile. Che emozioni ogni donna. Una birra che raccoglie la storia dei prodotti delle abbazie e la unisce al metodo champenoise: la fermentazione avviene nelle vasche e dura un mese, secondo la tradizione belga. Poi, come per lo champagne, l’affinamento avviene con l’introduzione del liquer de turage (lievito e zucchero). Infine le bottiglie vengono notate nelle rastrelliere, proprio come quelle delle maison francesi”. Il risultato è una birra da 7,8 gradi, color ambrato, che ha una acidità che ricorda lo champagne Cristal. Odora di pane e cerali, di nespole e lamponi, fresca e complessa, con una nota di mandorla sul finale. Con una schiuma che resta a lungo impettita nel bicchiere, anche per dieci minuti. Oscar Severi è un bocconiano con master a Chicago. Cosa gli ha fatto pensare che ci sia spazio per una birra così lussuosa? “A Chicago e poi ha Parigi - racconta — ho iniziato ad appassionarmi del vino. Tornato in Italia sono diventato sommelier. Nel 2011 ho pensato a una birra mia e ho chiesto a Franco Re, il fondatore dell’Università della birra di Azzate (Varese) di insegnarmi tutto. Quando gli ho detto che volevo produrre una birra come il Prosecco, per tutto il mondo e per tutti i tipi di clienti, mi disse solo che ero pazzo. Qualche giorno dopo ci ha ripensato, dicendomi che si poteva fare”. La prima nata è stata l’OriGinalìs, birra d’abbazia a doppio malto in stile belga, cruda e non pastorizzata, che ricorda il gusto della mela cotogna e dello zenzero. Venti euro a bottiglia, per l’aperitivo e per i pasti da pescivori. Poi l’AlaìS (donna nubile, in bretone), una birra bio, vegana e senza glutine, con un bel profumo di orzo. Infine la SoàSia, che si abbina a piatti di carne. In totale qualche migliaio di bottiglie, che già vengono esportate soprattutto ad Oriente. Dove si produce? “In Belgio, a Civitella di Romagna e nell’hinterland milanese - spiega Severi - l’aspetto più importante non è il luogo, ma la ricetta. Con Franco Re, che ci ha lasciato cinque anni fa, sono partito da quella dei benedettini del 1200, che producevano birre potenti e ricche, utili a superare i periodi di digiuno quaresimale. Così è nata la mia birra - champagne”.

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