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Corriere Della Sera

Sanna: la mia cantina sarda? Va a nozze … “Vendo a Santa Margherita per far arrivare i vini Mesa nel mondo. Contro invidiosi e politici” … “Ho il titolo: Margherita e Gavino oggi sposi”. Gavino Sanna, camicia di lino candida e pantaloni neri a fiori bianchi, è nel suo attico milanese, tra statue sacre e profane, al sesto piano su San Vittore. Il più celebrato tra i pubblicitari italiani ha appena firmato i1 contratto di vendita a Santa Margherita della cantina Mesa, 70 ettari di vigne di Cannonau, Vermentino e Carignano del Sulcis. Al gruppo veneto della famiglia Marzotto va la maggioranza della newco. “Ho perso un pezzetto di me, ma sono felice”, racconta Sanna. “Ho 77 anni, con mia moglie Lella non abbiamo figli. Ho pensato di garantire un futuro a chi ha lavorato con me in questi anni”. La cantina, simile a un nuraghe, rivestita di ceramica con i disegni dei tappeti sardi che Sanna ha disegnato, si trova a Sant’Anna Arresi, vicino alle dune di Porto Pino. “Vendiamo 800.000 bottiglie”, dice Sanna, astemio con passione per la Cola Cola dagli anni alla Young & Rubicam, colosso Usa della pubblicità (“Io bevo solo acqua”, precisa la moglie). Mesa,
che in sardo significa tavolo per il pane, incasserà quest’anno 4 milioni di euro. “Un successo straordinario - è orgoglioso Sanna - tutto è iniziato nel 2004. Un giorno, mentre mi facevo la barba in questa casa, dico a Lella: chiamo gli americani, vendo tutto, chiudo con la pubblicità. I computer hanno cambiato tutto, sono un uomo da lapis e foglio bianco. Lella trasecola. Poco dopo alcuni amici mi offrono di diventare produttore di vino. Chiarisco: il commercio non mi interessa. Se posso raccontare la mia terra attraverso i1 vino, ci sto”. Sanna ricorda 1e parole di Giacomo Tachis, l’enologo del Sassicaia: il Carignano del Sulcis è una superstar. “Quindi compro lì 1e vigne, costruisco la cantina, disegno 1e bottiglie tutte nere, come donne sarde in file per la messa. Mi entusiasmo con 1e etichette, con i motivi dei tappeti sardi e i colori delle vesti tradizionali; nel retro solo poesie. Nomi da pubblicitario: Buio per il Carignano più giovane, Buio Buio per il più affinato. Con me c’è Stefano Cova, giovane enologo trentino. È il mio naso, il mio palato”. Quattro anni dopo, la rottura con i soci. “Scopro ammanchi, 1i caccio dal tempio, resto solo con Lella”. Come allora Sanna ha basettoni bianchi e chioma nera che scende sulle spalle (“Se si taglia i capelli ci daremo del tu” è il titolo di uno dei suoi 31 libri, ispirato a una frase di Berlusconi). Lavora “con tenacia da sardo” e ce la fa. L’azienda va. Con qualche amarezza. “Aveva ragione lo scrittore Emilio Lussu: qui ne uccide più l’invidia che 1a malaria. La Sardegna è un’Africa alla deriva. Non succede niente, provo rabbia contro i politici, compresi i governatori per i quali ho lavorato, Soru e Cappellacci. È stato un errore, mi sono scusato con i sardi”. L’uomo delle campagne Barilla (“la prima fu bocciata dal titolare Pietro, Montanelli a Cortina gli fece cambiare idea”), da pubblicitario ha creato immagini e slogan per Gancia, Carpenè Malvolti, Zonin, Berlucchi. Dopo le nozze Margherita-Gavino, pensa a1 futuro. “Grazie a Santa Margherita esporteremo di più, ora siamo fermi a1 30%”. “I vini Mesa, con la loro autenticità, sono perfetti per i millennial di tutto il mondo”, è sicuro Ettore Nicoletto, ad di Santa Margherita. “Vendiamo in 90 Paesi - dice il presidente Gaetano Marzotto - con Mesa, e Cà Maiol che produce Lugana sul Garda, proseguiamo l’espansione nelle zone più vocate d’Italia”.

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