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Corriere Della Sera

L’altro Marchionne: così coltivo la vigna del leone di Trieste … Genagricola è l’holding alimentare delle Generali: fattura 47 milioni ed è la più estesa tra le aziende italiane del settore. I piani dell’amministratore delegato tra vitigni, soia, riso e un progetto artistico per rilanciare Ca’ Corniani, il primo terreno strappato alla palude di Caorle nel 1851... Ha idee chiare, determinazione e lungimiranza, Alessandro Marchionne, amministratore delegato di Genagricola, la holding agroalimentare delle Assicurazioni Generali. Dice: “Pochi sanno che siamo la più grande azienda agricola italiana. Il fatturato è di 47 milioni (2016), il 30% arriva dal settore vinicolo, con 4 milioni di bottiglie. Non basta. Gli ettari e i numeri non sono tutto. Al mio ingresso nella società, nel 2014, dopo aver lasciato Agricola San Felice (gruppo Allianz), mi sono dato una mission: rendere visibile e imporre un marchio che, bisogna ammetterlo, era quasi inesistente. Seguo da vicino i vari asset del gruppo, calibrando e sfruttando al massimo le singole potenzialità”. La storia. Angolo bar di un hotel del centro di Milano, città di residenza di Marchionne. Gran parte della settimana, però, sta a Portogruaro, a un quarto d’ora da Annone Veneto dove ha sede Genagricola. Cinquant’anni, toscano, il manager vanta una solida esperienza in aziende importanti del food&beverage (oltre ad Agricola San Felice, Arena e Galbani). Oggi puntare sul vino è una carta vincente. E Marchionne ne è consapevole, anche se non perde di vista gli altri rami di attività di Genagricola (grano, mais, riso, barbabietola, soia, colza, allevamento). Fatto sta che, per rilanciare le 7 aziende vitivinicole (prevalentemente nel Nord Italia, una in Romania), ha ingaggiato un famoso winemaker, Riccardo Cotarella. Individuati i tre marchi leader Torre Rosazza (Friuli), Bricco dei Guazzi (Piemonte), Tenuta Sant’Anna (Veneto) - l’enologo, per cominciare, è intervenuto sul lavoro in vigna: meno quantità, più qualità. “Inoltre, Genagricola ha rafforzato il marketing, separandolo dal settore commerciale, e attuato un rigoroso controllo di gestione - spiega Marchionne . Poiché nella gamma dei prodotti, mancava un rosso importante, è stata acquisita la tenuta vitivinicola Costa Arente, in Valpolicella. Territorio dell’Amarone”. Tra gli obiettivi da raggiungere c’è il potenziamento dell’export vinicolo. “Attualmente, le percentuali di vendita si attestano sul 70% in Italia, 30% all’estero. Puntiamo a 50 e 50”, afferma Marchionne. Il modello di business, non comune nel settore agricolo, è fondato su tre pilastri: sostenibilità, sicurezza e sociale. “La volontà di preservare il delicato equilibrio che genera e riproduce la vita è un elemento per noi primario”, osserva. Citando, poi, le tecniche innovative, l’agricoltura di precisione (invece di quella intensiva), con l’utilizzo dei droni per monitorare le aziende agricole: stato vegetativo delle piante, carenze del terreno, fabbisogno idrico. “Per mezzo di sistemi di controllo Gps delle macchine agricole e di software specializzati, si interviene dosando i nutrimenti necessari a ogni singola zolla”, sottolinea Marchionne. Le radici. Ma c’è di più. In prospettiva, il paradigma dell’esaltazione del marchio ha un nome, Ca’ Corniani. Correva l’anno 1851, oltre un secolo e mezzo fa, quando le Assicurazioni Generali decisero di investire nel settore agricolo, con l’acquisizione di 1.700 ettari nell’entroterra di Caorle (Venezia). Area paludosa e malarica, all’epoca, trasformata in una pianura fertile e coltivata, la più estesa bonifica compiuta in Italia da un soggetto privato. E dunque, da Cà Corniani comincia l’avventura di Genagricola. “Oggi, si riparte con il lancio di un ambizioso progetto - racconta Marchionne - Si vuole valorizzare Ca’ Corniani, utilizzando l’arte contemporanea per mettere in luce un paesaggio particolare”. Da qui, il concorso artistico internazionale delle Tre Soglie. Cinque gli artisti europei invitati a ideare opere per i 3 punti d’accesso della storica tenuta: Monica Bonvicini, Alberto Garutti, Carsten Holler, Tobias Rehberger, Remo Salvadori. “Il 12 ottobre la proclamazione del vincitore. E Ca’ Corniani, terra d’avanguardia, rinascerà un’altra volta”.

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