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Corriere Della Sera

“Io nell’inferno della Napa Valley. Una tempesta di fuoco di sette giorni” … Il direttore dell’azienda Antinori: “Così abbiamo salvato i vicini”. Le vittime salgono a 41... Il bosco, i vigneti, le cantine e, tutto intorno, fiamme. Nei giorni neri delle contee californiane del vino, Glenn Salva era lì, fra i filari della tenuta di Antica Napa Valley dei marchesi Antinori: “Non avevo mai visto nulla del genere: la valle immersa nel fuoco, la foresta bruciata, le case distrutte, le strade impercorribili”, racconta dopo essersi messo in salvo il direttore locale della celebre azienda californiana di proprietà della famiglia toscana, produttrice storica di vino. Sull’altopiano delle Vaca Mountains, a 600 metri di quota, i marchesi hanno circa 250 ettari di vigneto dove producono cabernet sauvignon e chardonnay. Per Salva tutto è iniziato domenica sera: “Con una telefonata di mia moglie da Silverado, dove abitiamo, quindici chilometri da Antica. Diceva che c’era del fumo nell’aria e che erano stati evacuati. Io mi ero appena addormentato dopo aver guardato una partita di calcio. Sono subito uscito in macchina per raggiungerla. A un certo punto mi sono fermato: sotto stava bruciando tutto. C’era un muro di fuoco e un forte vento che lo alzava e lo spingeva. Sono dovuto tornare ad Antica, dove ho aperto il cancello della proprietà ai vicini che stavano fuggendo. La fattoria, che è in alto, è diventata un rifugio, nella speranza che la zona dei vigneti potesse fare da barriera all’incendio”. Sono stati giorni di paura. Fino a quando ha iniziato a volteggiare sopra le loro teste un elicottero della polizia. “Ha portato a valle le persone. Io son rimasto lì e sono sceso dopo, con la Forestale, lungo la strada di Soda Canyon che nel frattempo era diventata praticabile anche se l’incendio si allargava portato dai venti del Nord”. Li chiamano Los Diublos, i diavoli, e sono le raffiche più temute dagli abitanti di queste aree collinari a nord di San Francisco. In periodi di caldo e siccità come questo (c’era il 12% di umidità), quando sferzano le valli possono abbattere alberi e pali della luce che si trasformano così in micce. Basta un fuoco a far divampare un incendio. E se i fuochi sono decine allora può scatenarsi l’inferno. “Forse è andata proprio così ed è stata la tempesta di fuoco più devastante della storia della California. Il risultato è un paesaggio lunare, incenerito, molto desolato”. Ma la cantina è salva. Glenn, da buon capitano, l’ha lasciata per ultimo. “Conto di tornarci presto, forse già domani. Bisognerà valutare i danni ai vigneti che non dovrebbero essere molti. Le infrastrutture elettriche della strada di Soda Canyon sono state distrutte. Appena la riaprono porterò su un generatore. Vogliamo andare avanti con la vendemmia che abbiamo lasciato al 30%”. È triste però ripartire da soli. “I vicini hanno avuto perdite enormi. Poche case sono rimaste in piedi in questa vallata. Noi siamo stati miracolati perché intorno alla tenuta i 747 hanno scaricato l’acqua del vicino laghetto fermando le fiamme”. Albiera Antinori, primogenita del conte Piero e oggi al timone dell’azienda vinicola, segue con trepidazione gli sviluppi della vicenda dal quartier generale di San Casciano Val di Pesa, a Firenze: “Serviranno vent’anni perché questo ambiente torni al suo splendore”, sospira. Del resto il bilancio dei setti giorni di fuoco è pesantissimo: oltre alle 41 vittime, agli oltre 100 feriti e 223 i dispersi, ci sono 221 mila acri inceneriti, cioè quasi 90 mila ettari, più o meno un’area estesa quanto tutta New York. Devastate le grandi contee del vino, Napa, Sonoma, Yuba e Mendocino. Sono rimbalzate notizie di aziende colpite di fama mondiale, come le cantine Signorello Vineyards e William Hill Estate Winery e Stags Leap and Chimney Rock, di cui hanno una quota anche i marchesi. “Non mi risulta che lì ci siano stati danni - ha precisato Salva -. So però che è andata distrutta la casa dei vecchi proprietari, che si trova sulla collina sopra la cantina”. E Glenn e la sua famiglia come stanno? “Noi ci siamo salvati e siamo anche rientrati nella nostra casa. È stata dura, una vera e propria prova di nervi... Ma siamo tutti pronti a ripartire. Ci aspetta la vendemmia e speriamo che almeno quelli siano giorni felici”.

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