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CORRIERE DELLA SERA

Il calice di vino che divide il governo ... Il governo si divide sul calice di vino. Contro il ministro alla Salute Renato Balduzzi che vuole il divieto della vendita di alcol ai minorenni si schiera il ministro dell’Agricoltura Mario Catania. “Non credo che il divieto sia necessario ed effettivamente utile”, ha spiegato Catania alla redazione di WineNews. Sostiene Catania: “Un obbligo di questo tipo si può immaginare per i superalcolici, che hanno a che fare con una problematica diversa, il vino, al contrario, non credo sia legato a grossi problemi in termini di patologie o di consumi errati. Piuttosto, dovremmo concentrarci su altri tipi di prodotto nei quali gli abusi possono essere effettivamente molto pericolosi”. La norma è contenuta in un emendamento all’emendamento al decreto Sanità della Commissione Affari Sociali della Camera, appoggiata sia dal Pd che dal Pdl. Catania ritiene che si debba distinguere tra i superalcolici e il vino, soprattutto in un Paese come l’Italia in cui è forte la cultura enogastronomica. I dati comunque dimostrano che il problema esiste. Nella sua relazione Balduzzi ha spiegato che nel decennio 2000-2010 “la crescita fra i giovani e i giovani adulti dell’abitudine al consumo, oltre che di vino e birra, anche di superalcolici, aperitivi e amari, che implicano spesso consumi lontano dai pasti e con frequenza occasionale”. In particolare, “il consumo fuori pasto si è radicato tra i più giovani e i giovanissimi: nella fascia di età 18-24 anni i consumatori fuori pasto sono passati dal 33,7% al 41,9% e tra i giovanissimi di 14-17 anni dal 14,5% al 16,9%. Tra le ragazze di quest’età, nell’ultimo, quindicennio la quota di consumatrici fuori pasto si è quasi triplicata”. Certo il divieto servirà a poco se non sarà accompagnato da una campagna di educazione al bere e al mangiare che dovrebbe trovare nelle scuole il suo punto di forza. Anche per insegnare ai ragazzi la differenza tra conoscere, apprezzare, degustare un vino di qualità e butter giù un superalcolico a basso costo con l’unico scopo di solo per sballare. Una campagna che, ad esempio, si fa in Francia, nella Gironda: scuole e Consorzio del Bordeaux portano tra le vigne i bambini delle scuole elementari per avvicinarli alla cultura del vino. “I divieti di vendita di alcol all’americana sono assurdi - concorda il produttore di Champagne Bruno Paillard - a casa nostra i bambini ogni sabato possono bere un goccio di vino, ma prima devono osservare il colore, sentire i profumi e descriverlo. Faceva così anche il padre di Veronelli? E’ il metodo giusto per far diventare i bambini consumatori consapevoli da adulti”.

Articolo DiVini Corriere della sera

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