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Corriere Della Sera

“I produttori hanno affinato lo stile. Ora puntano sulla loro identità” … Stevenson, critico del Metodo Classico: tra il 2011 e 2013 il salto di qualità decisivo... Tom Stevenson, 66 anni, è un’autorità nel mondo dello Champagne e delle bollicine Metodo classico: 23 libri all’attivo che gli hanno fruttato 31 premi letterari. È il fondatore del Champagne & Sparkling Wine World Championships. Quando sbarca in una zona del vino, produttori stappano e sperano in un voto positivo, perché i suoi giudizi aprono le porte dei mercati. Il suo ultimo viaggio in Trentino è durato tre giorni, tra una degustazione con i vini di 25 cantine e visite alle aziende. “Seguo Trento - dice Stevenson - perché è una delle pochissime regioni al di fuori della Champagne che si è specializzata nello spumante e ha un numero significativo di produttori con qualità di livello mondiale. È anche l’unica regione spumantistica con vera viticoltura di montagna. I vigneti delle valli sono importanti quanto i vigneti di montagna più alti, in quanto si tratta di valli montane, più alte della maggior parte dei vigneti che crescono in Champagne, con sbalzi di temperatura maggiori, che consentono di mantenere l’acidità dei vini”.

Quali novità ha trovato?

“Gli spumanti a Dosaggio zero sono migliorati, ho trovato coerenza nel colore del Rosé e notato un drastica riduzione delle bottiglie di vetro trasparente”.

Quali sono stati i miglioramenti dei Dosaggio zero?

“I vini ora sono molto più equilibrati. Il Dosaggio zero non beneficia dell’invecchiamento, quindi spetta al produttore assicurarsi che sia equilibrato e facile da bere subito”.

E il colore rosa?

“Dalla Champagne a Shanghai, ovunque io vada nel mondo, la variazione del colore dei vini spumanti rosati è vasta. Dalla tonalità più fine al colore più profondo, più rustico, quasi rosso. Con sfumature dal blu-rosa al rosa luminoso all’arancio. Trentodoc sembra aver trovato il suo rosa elegantemente pallido”.

Il vetro trasparente?

“Ho trovato solo due bottiglie trasparenti. O c’è stato uno sforzo per eliminarle o sapevano che stavo arrivando e le hanno nascoste”.

Quali vini le sono piaciuti di più?

“Questi sono 10 tra i migliori e non i 10 migliori. In ordine alfabetico: Bellaveder 2012 Brut Nature Riserva e 2013 Brut Nature Rosé; Ferrari Giulio Riserva Del Fondatore (2005 & 2004 Magnum) e NV Maximum Brut; Maso Martis 2011 Brut Riserva (Magnum) e Maso Martis 2011 Rosé Extra Brut (Magnum); Opera 2008 Riserva e 2011 Nature; Rotari 2013 Alperegis Rosé (Magnum) e Magnum Sur Lies (2009, 2005, 2003, 2002, 2001).

Quali sono stati i progressi nel Trentodoc negli ultimi anni?

“Non ero convinto del Trentodoc 20 anni fa, ma guardando i miei appunti, la qualità ha iniziato a diventare seria a metà degli anni 2000 e sembra esserci stato un altro salto di qualità intorno al 2011-13”.

Pensa che ci sia una nuova generazione di produttori emergenti?

“C’è una nuova generazione di produttori in Trentodoc, ma il salto di qualità di cui ho parlato si è verificato con produttori della stessa generazione. Sarebbe più giusto dire che c’è continuità tra vecchie e nuove generazioni”.

Come è cambiato lo stile nel corso degli anni?

“È cambiata la consapevolezza che Trentodoc ha uno stile proprio, grazie alla sua altitudine, e questo ha permesso ai produttori di affinare lo stile, mantenendo la struttura snella, aumentando l’intensità del sapore senza aggiungere peso. I vignaioli si sono resi conto che quello che fanno in magnum deve in definitiva essere il loro obiettivo per ciò che può essere raggiunto in normali bottiglie da 75 cl”.

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