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Corriere Economia

Gancia. Brindisi in famiglia Ora rilancio e nuovi soci ... Il piano industriale funziona. Le possibili scelte degli eredi di Carlo Si valuta per la prima volta l’ingresso nel capitale di altri azionisti...
Un passo indietro nella sala operativa e un passo avanti nel capitale. La doppia strategia scelta dalla famiglia Gancia per rilanciare il gruppo dello spumante, comincia a funzionare. Tanto che i discendenti di Carlo Gancia cominciano a guardarsi intorno in cerca di opportunità di crescita e non escludono, se necessario, di aprire il capitale ad un socio finanziario, per la prima volta nella loro storia.
“Il piano industriale impostato due anni fa sta dando i primi frutti - spiega Lamberto Vallarino Gancia, consigliere del gruppo -. È il momento per cogliere opportunità e accelerare i progetti di internazionalizzazione. Stiamo studiando diverse strade: acquisizioni, alleanze o partnership nella distribuzione o nella produzione”.

Un marchio del made in Italy con una storia di 150 anni e una leadership consolidata in Italia e non solo non ha problemi a trovare pretendenti. “Ma se decidessimo di aprire il capitale - precisa Gancia, che è anche presidente di Federvini - lo faremo con grande attenzione a che questo possa dare un reale contributo allo
sviluppo dell’azienda”. Anche la scelta di affidare la gestione del gruppo ad una coppia di manager esterni (l’amministratore delegato Paolo Fossati e il presidente Carlo Peretti) va letta non come un disimpegno, ma come “una delle formule possibili per gestire lo sviluppo”.
Del resto l’occasione per stringere la presa sull’azienda da parte della famiglia è stato proprio il recente aumento di capitale. 110 milioni necessari a rilanciare il business, ripianare i debiti e riportare in utile bilanci saranno versati tutti dalla quinta generazione dei Gancia: Lamberto e Massimiliano figli di Vittorio Vallarino Gancia, il cugino Edoardo, figlio dell’ex presidente Lorenzo Vallarino Gancia e gli zii Camillo e Simonetta.

L’assemblea straordinaria, convocata a fine dicembre per allungare la scadenza dell’operazione, ha stabilito che le eventuali azioni inoptate saranno collocate “presso altri soci o enti non
soci ma comunque riconducibili agli attuali soci per parentela affinità o altro tipo di collegamento certo verificato dagli amministratori”.

Non era più semplice, piuttosto che controllare il pedigree dei soci, aprire subito il capitale ad un fondo di private equity? “Non in questa fase - risponde Lamberto Gancia - l’aumento di capitale risale a un anno fa e la famiglia lo sottoscriverà interamente dimostrando ancora una a volta la volontà di far crescere l’azienda. Detto questo il ruolo degli azionisti è quello di valutare sempre tutte le opportunità di mercato che possono contribuire a creare valore”.

La formula dello sdoppiamento tra gestione e azionariato è piuttosto rara nel capitalismo famigliare italiano, ma nel caso Gancia era già rodata e funzionale a consentire il recupero della redditività dopo alcuni esercizi in perdita.
L’amministratore delegato Fontana, ex Philips e Sonoco, sposato ad Elisabetta Gancia, ha assunto deleghe che prima erano divise su tre persone (a Lamberto l’Italia, a Massimiliano l’export, a Edoardo la produzione) e ha firmato una profonda ristrutturazione societaria e industriale.
Fontana ha imposto al gruppo di Cannelli (Asti) una serie di cambiamenti che vanno dalla focalizzazione sul core business degli spumanti (45% del fatturato), al recupero di efficienza in tutte le aree di costo, al restyling del brand Gancia e al suo riposizionamento, al lancio di nuovi prodotti, alla ristrutturazione della rete di vendita, alla costruzione di un nuovo portafoglio spirits.
Così facendo lo storico marchio italiano delle bollicine ha realizzato un giro d’affari superiore ai 100 milioni, sono aumentate le esportazioni ed è salito il valore medio del venduto. “Per il 2009 siamo ancora in fase di raccolta e analisi dei primi dati di vendita - spiega Fontana -. Possiamo anticipare che si evidenziano segnali positivi su tutte le innovazioni di prodotto, sul core business degli spumanti e della nuova linea di spirits con performance superiore all’andamento dei mercati. Siamo fiduciosi di raggiungere l’obiettivo di pareggio che ci siamo dati per il 2010”.

Con la linea spumanti Cuvée Metodo Classico, introdotto e sviluppata in Italia da Gancia nel 1865, prosegue il manager “abbiamo avuto le maggiori soddisfazioni tanto che abbiamo esaurito tutte le scorte previste. Sul fronte degli spirits, che rappresenta la seconda gamba del business “sono stati raggiunti importanti accordi di esclusiva con i gruppi Spi, Bols, Angostura, Lanson, Schwartzhog Plymouth”.

Rientra nella nuova strategia Gancia anche il clamoroso abbandono, a fine anno, del consorzio Asti insieme a Martini&Rossi. “Ma la scelta - precisa Lamberto Gancia - non modifica la volontà dell’azienda che fu tra i fondatori del consorzio di continuare a sostenere l’Asti nel mondo”.

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