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Corriere Economia

Se quel Corvo vola sopra la Cina … Andare in Oriente aiuterà i conti … Era i1 1824 quando Giuseppe Alata, Principe del Sacro Romano Impero e Duca di Salaparuta, anziché cedere le uve dei suoi possedimenti in contrada “Corvo” (a Casteldaccia, in provincia di Palermo), decide di vinificare in proprio e imbottiglia le prime 5 mila bottiglie di “Corvo Bianco”. La società Duca di Salaparuta nasce poi dalla fusione tra la Casa Vinicola Duca di Salaparuta e la Savi Florio & C., fondata nel 1833. Nel 2001, infine, la storica azienda di Casteldaccia viene acquisita da Illva Saronno holding, proprietaria di grandi marchi del settore che mette in campo nuove e più ampie strategie. “I consumi di vino sono in forte calo — afferma Filippo Cesarini Sforza, urine business unit director Duca di Salaparuta - siamo scesi sotto i 40 litri procapite. Mentre la grande distribuzione ha avuto un incremento dell’I.% nella fascia dei vini da 5-6 euro, nel settore bar, ristoranti ed enoteche è calata tra il 7-10%. Quindi abbiamo registrato un calo. Nel nostro mercato non si possono prevedere incrementi importanti: nei prossimi armi lo immagino più in sofferenza che in salute”. Pensare all’export come traino numero uno per la ripresa potrebbe essere una soluzione? “Sì, quando i consumi interni non sono positivi bisogna guardare altrove - risponde Cesarini -. Questa è una strategia che seguiamo da tanti anni. Cerchiamo di potenziare i nostri brand nei mercati internazionali, anche se alcuni, come quello americano, vivono momenti di rallentamento. Nel 2009 abbiamo esportato il 35%, in 55 mercati esteri”. Dal 2005 Illva Saronno è il maggiore azionista della holding cinese Yantai Changyu Group. “Quest’azienda, che produce e commercializza vini e liquori in Cina, è un partner strategico per Illva - afferma Cesarini -, costituisce infatti una solida base per l’esportazione e la distribuzione dei vini Duca di Salaparuta, Corvo e Florio. E’ per quel mercato che nasce Corvo Rosso”. Nell’ex Celeste impero la diffusione del vino è un fenomeno recente e in espansione: la crescita media in volume nell’ultimo quinquennio è stata del 17%. Ma la qualità dei vini cinesi migliora. “La Cina ha investito fortemente nell’impiantare vigneti e ha chiamato enologi dall’estero per produrre vini in loco - spiega Cesarini- . Si tratta di un mercato che darà buoni risultati nell’arco di 10-15 anni”.

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