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Corriere Economia

Da Palermo a Tokyo affari in bottiglia … Le etichette pregiate (e corteggiate) delIa casa vinicola Cusumano… definirsi “artigiani contemporanei” ma da anni rappresentano un modello di imprenditorialità meridionale di successo. I fratelli Cusumano, Alberto e Diego, 12 anni fa in Sicilia hanno iniziato un’avventura agricola e aziendale: creare nel cuore della Sicilia (tra Partinico, Alcamo e Caltanissetta) una cantina capace di competere con le migliori etichette italiane ed europee. In pochi anni i vini Cusumano hanno ottenuto i tre bicchieri del Gambero rosso e i riconoscimenti da parte di “testi sacri dell’enologia” come Wine Spectator e Robert Parker. “All’origine di tutto c’è il terroir - spiega Diego Cusumano -. Non esiste un sinonimo per sostituire questo termine, che significa l’insieme del tipo di terreno, del clima, del microclima, del sistema di coltivazione della vite e delle tradizioni consolidate in quella particolare zona geografica. Riuscire a tradurre tutto questo in un vino è quello che ci permette di comunicare la nostra qualità negli Usa come in Giappone”. Una propensione all’export che costruisce il 57% del fatturato (quello del 2011). Su una produzione di due milioni e mezzo bottiglie la metà è destinata al mercato estero, con una predilezione per l’Europa, Giappone e gli Usa, soprattutto utilizzando il canale della grande ristorazione. Ma il chiodo fisso dei Cusumano resta il legame con il territorio. “È il bene più prezioso che abbiamo - continua Diego -. La Sicilia potrebbe vivere di vino e turismo diventando una terra con pochi problemi economici e sociali. Però tutti sappiamo che la realtà è ben diversa. Ma non ci si può arrendere. Si può cambiare anche senza assistenzialismo. Noi, per esempio, da anni coltiviamo un sogno: creare una prestigiosa scuola enologica in Sicilia. Tutte le grandi etichette dovrebbero dare il loro contributo per creare una scuola di altissimo livello da affidare a personaggi di caratura internazionale. Forse così riusciremo a colmare un’incredibile lacuna: la Sicilia, pur avendo etichette di primissimo livello mondiale, non ha ancora espresso un solo enologo di fama internazionale”. In linea con le contraddizioni tipiche di questa terra.

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