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Corriere Fiorentino

Brunello, un’annata a cinque stelle … Presentato il 20212 a cinquant’anni dalla Doc di Montalcino: vini poco complessi ma qualità alta... Montalcino (Siena) Un’annata quasi perfetta. Il Brunello 2012 presentato nei giorni scorsi alla stampa, oggi per la prima volta in assoluto ai privati e domani ai ristoratori, supera le attese del dopo vendemmia. L’estate calda del 2012 fece temere per vini troppo maturi, con uno stile più fruttato e ovvio, senza cioè la complessità di sfumature tipica di Montalcino. In parte è stato pure così, come suggeriscono i giudizi lusinghieri della stampa estera, storicamente attenta a un gusto internazionale o “americano” che predilige maturità e dolcezza. Sarebbe comunque una buona notizia visto che il dato sull’export rimane stabile rispetto allo scorso anno, attestandosi sul 70% della produzione totale, trainato com’è proprio dagli acquisti negli Stati Uniti oltre il 30%. Ma il caldo del 2012 a differenza del più difficile 2011 - è da intendere come sinonimo di siccità e non di temperature troppo elevate. La stagione pressoché priva di piogge di cinque anni fa creò infatti le condizioni per una maturazione delle uve in vigna senza la pressione delle malattie. Fattore, questo, che ha consentito una raccolta di grappoli sani più o meno a tutti i produttori. Il livello qualitativo si è rivelato quindi, quasi nella totalità dei 200 campioni di Brunello di Montalcino presentati in questi giorni, molto elevato. Un’annata molto regolare grazie alla salubrità delle uve, dove tuttavia ad essere avvantaggiate - con un corpo più complesso della media delle bottiglie 2012 - dall’andamento climatico sono state le zone più fresche della denominazione. Su tutte la parte alta di Montalcino che guarda verso nord, dei cosiddetti Canalicchi, che si fa per raggiungere la capitale del Brunello provenendo da Siena, come ha dimostrato ad esempio l’eleganza dei vini della casa Il Marroneto. Oppure a sud le zone più alte come quella della storica casa Biondi Santi e delle Chiuse, o ancora la zona nella frazione di Tavernelle che beneficia storicamente di una maggiore escursione termica, grazie alla quale si ottengono vini profumati e con una maggiore grazia come a Le Potazzine. Grazia e potenza nel bicchiere anche a Castelnuovo dell’Abate dove a giocare un ruolo cruciale in un’annata siccitosa sono stati i terreni. E se molti produttori della zona meridionale oggi ammettono di aver irrigato le vigne perché dalla mancanza d’acqua cadevano le foglie, la scelta è stata quasi obbligata dalla priorità di proteggere le viti e non dettata dall’avidità di produrre maggiori quantità d’uva. Nell’anno in cui il consorzio taglia il traguardo dei 50 anni dal riconoscimento della Doc del Brunello nel 1967, il 2012 si è presentato insomma come il giusto millesimo con cui festeggiare.

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